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GTWC | Livrea speciale per la BMW di Rossi-Marciello-Martin a Spa

I riflettori si sono appena spenti sulla 24 Ore di Le Mans ed è già tempo di riaccenderli per la 24 Ore di Spa! Non c’è riposo per l’élite mondiale delle corse GT3, che tra due settimane disputerà le più grandi gare Endurance e GT3 della stagione.

Per aggiungere prestigio a una gara già unica e molto speciale per una squadra belga come il Team WRT, quest’anno la 24 Ore di Spa celebrerà il suo centenario. Era il 1924 quando la leggendaria gara, giunta alla 76esima edizione, si svolse per la prima volta. L’anniversario sarà debitamente celebrato con numerosi eventi collaterali e mostre che riuniranno un gran numero di uomini e macchine che hanno scritto la storia delle Ardenne.

Sebbene sia importante ricordare il passato, il presente rimane l’obiettivo principale. Questo sarà solo il secondo appuntamento stagionale della Endurance Cup del GT World Challenge Europe, ma quello che assegnerà più punti. Al momento, dopo il round di apertura al Circuit Paul Ricard, il Team WRT si trova in quarta posizione nella classifica Pro e in sesta nella Bronze Cup, e i giochi sono completamente aperti.

La squadra belga schiererà le consuete tre BMW M4 GT3. Sulla vettura #46, quella che ha conquistato il quarto posto in Francia, ci saranno Raffaele Marciello, Maxime Martin e Valentino Rossi, mentre la #32 è affidata a Sheldon van der Linde, Dries Vanthoor e Charles Weerts.

Sulla #30, che gareggia nella Bronze Cup con la livrea OQ by Oman Racing, Ahmad Al Harthy, Sam De Haan e Jens Klingmann saranno affiancati da Calan Williams, in quanto il regolamento sportivo prevede un quarto pilota in questa classe per la gara di 24 ore.

Per celebrare questa edizione speciale, le M4 GT3 #32 e #46 sfoggeranno una livrea speciale ispirata alle emblematiche BMW degli anni ’80 e ’90 con al volante, tra gli altri, Thierry Tassin.

gtwc | livrea speciale per la bmw di rossi-marciello-martin a spa

BMW M Team WRT, livrea per la 24h di Spa

Foto di: WRT Team

L’obiettivo del Team WRT è lottare al vertice, cercare la terza vittoria e rafforzare la supremazia di BMW in questa gara. Il costruttore tedesco è di gran lunga quello che ha ottenuto il maggior numero di affermazioni alla 24 Ore di Spa: 25.

La prima risale al 1965, con la vittoria di un pilota di Formula Uno. La prima risale al 1965, con una 1800ti guidata da Pascal Ickx e Gérard Langlois. L’anno successivo i vincitori furono una 2000ti, con Hubert Hahne e un altro Ickx, un ventunenne Jacky che sarebbe diventato il grande campione che conosciamo e un eroe nazionale nel suo Paese. Quest’anno Jacky sarà lo starter ufficiale della corsa e farà il giro di apertura ufficiale prima della gara in compagnia del fratello Pascal, il più anziano vincitore vivente della corsa.

In un’occasione speciale come la 24 Ore di quest’anno, è interessante sentire cosa dicono gli ex vincitori di questa gara unica e qual è il loro legame con essa. Sono parecchi nel Team WRT, a partire da quelli che oggi ricoprono ruoli dirigenziali. Pierre Dieudonné, Kurt Mollekens, Thierry Tassin e Vincent Vosse: insieme, possono vantare ben 65 partenze e 8 vittorie.

Il Team Principal Vincent Vosse è probabilmente la persona di WRT più legata emotivamente alla corsa: “Sono cresciuto a pochi chilometri dal circuito e fin da bambino andavo a Spa-Francorchamps a vedere le gare. È lì che è nata la mia passione per gli sport motoristici. La 24 Ore è sempre stata una gara speciale, con il pubblico più numeroso”.

“Quindi, potervi partecipare era un sogno che è diventato realtà nel 1995, e vincerla è stato il coronamento di un’ambizione. Tuttavia, ce l’ho fatta solo al mio ottavo tentativo, nel 2002, con una Viper, e nelle sette partecipazioni precedenti ho concluso la gara solo una volta. Questo dimostra quanto possa essere difficile avere successo in una gara del genere”.

“In seguito, ho ottenuto altri tre podi e una pole position, mancando di poco la seconda vittoria nel 2004, quando eravamo in testa con una Ferrari ma siamo stati rallentati da un problema tecnico. La mia ultima corsa è stata nel 2010, quando ho smesso di correre per concentrarmi interamente sul progetto del Team WRT”.

“Vincere di nuovo nel 2011 e nel 2014, come squadra, dopo aver ottenuto la fiducia di un grande marchio automobilistico, è stato magico. Da allora abbiamo sempre lottato in testa. Vogliamo vincere ancora!”.

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Anche il direttore sportivo Pierre Dieudonné ha un lungo rapporto con “la gara”, 17 partenze come pilota, una in più di Vosse, e qualcosa da sistemare subito: “Nei libri e su internet, sono indicato come vincitore per tre volte, ma non è vero. La confusione è dovuta al fatto che nel 1974-75, quando vinse la BMW 3.0 CSi della Luigi Racing, io ero ufficialmente iscritto, ma come pilota di riserva, e non presi il volante delle vetture vincenti”

“Ho vinto nel 1981, con la Mazda RX-7 insieme a Tom Walkinshaw. Una vittoria memorabile sotto molti punti di vista: fu la prima di un costruttore giapponese, per di più con un’auto che non correva nella classe superiore e dotata di un motore rotativo. È stata anche l’ultima vittoria di una formazione a due piloti e la prima volta che una telecamera di bordo è stata utilizzata nella diretta della TV belga”.

“Ho avuto la possibilità di vivere due periodi molto diversi della 24 Ore, poiché ho corso sia sul vecchio e lungo tracciato stradale sia sul nuovo circuito. Il vecchio tracciato di 14 km era molto veloce e spaventoso, soprattutto di notte o in caso di maltempo, e gli incidenti gravi erano frequenti. La paura si aggiungeva al normale stress della gara”.

“Evitare errori e problemi con la macchina era una necessità perché si poteva pagare un prezzo molto alto. Oggi è completamente diversa, è diventata una gara sprint di 24 ore. È ancora necessario essere impeccabili, ma le auto di oggi permettono di essere portate al limite per tutta la corsa”.

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Il Direttore Sportivo del programma Hypercar, Thierry Tassin, non è coinvolto nella 24 Ore di Spa, ma è il membro del Team WRT con il maggior numero di partenze, 19, nella gara e il maggior numero di vittorie, quattro, tutte conquistate al volante di BMW: la 635 CSi nel 1983 e 1986, la 318is nel 1994 e la 320i nel 1996.

Per l’occasione, guiderà una 635 CSi negli eventi espositivi e sottolinea un altro aspetto fondamentale della 24 Ore: “È la più grande gara GT del mondo oggi, ma è sempre stata un evento enorme, con un’enorme risonanza. Ai miei tempi era un evento inondato di spettatori e coperto dalla stampa e dai media belgi come nessun altro evento sportivo”.

“Per un pilota belga, vincere la 24 Ore poteva essere il trampolino di lancio per una carriera professionale. È stato così nel mio caso, quando ho vinto per la prima volta nel 1983. All’epoca correvo in monoposto di alto livello, in Formula 2, ma vivevo un momento difficile ed ero a malapena conosciuto al di fuori degli ambienti del motorsport”.

“La vittoria alla 24 Ore ha rilanciato la mia carriera e mi ha fatto diventare un personaggio pubblico da un giorno all’altro. Devo dire che vedere l’invasione della pista da parte del pubblico dal podio è qualcosa che mi ha tolto il fiato e che non dimenticherò mai”.

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Il team manager Kurt Mollekens, con due vittorie su 14 partenze, guarda divertito ai suoi successi: “Ho vinto l’ultima edizione dell’era delle auto da turismo, nel 2000 con una Peugeot, e l’ultima gara con vetture GT1, nel 2009 con una Corvette, quindi chiederò a Stéphane Ratel di farmi sapere quando deciderà di abbandonare le GT3”.

A parte gli scherzi, fa un’interessante analisi dei tempi moderni: “La gara si è evoluta enormemente, oggi è molto più difficile vincerla, perché ha raggiunto un grado di complessità che richiede non solo un vero e proprio lavoro di squadra, ma la perfezione in ogni fase e in ogni dettaglio. Ciò deriva in gran parte dal fatto che si tratta di una gara sprint di 24 ore con oltre 60 vetture della stessa classe”.

“Qui non ci sono classi di auto diverse, le oltre 60 macchine hanno tutte le stesse prestazioni, gli stessi livelli di accelerazione e di frenata, quindi la gara è estremamente dura e i sorpassi molto difficili, tutti hanno lo stesso ritmo e sono al limite per 24 ore”.

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La formazione del Team WRT per l’edizione di quest’anno comprende due piloti che hanno già visitato il gradino più alto del podio, Raffaele Marciello, che l’ha vinto nel 2022, e Maxime Martin, che l’ha conquistato nel 2016 al volante di una BMW M6, seguendo le orme del padre Jean-Michel con quattro vittorie e dello zio Philippe con due.

Raffaele Marciello ha una visione razionale delle cose: “Considero Spa, insieme a Le Mans e al Nürburgring, la 24 Ore più importante del mondo ed è sicuramente la gara più importante per le GT3, anche per via del tracciato fantastico. Vincerla due anni fa, dopo esserci andato vicino negli anni precedenti ed essere stato poleman, mi è sembrato un premio”.

“Cosa serve per vincere? Sicuramente un buon BoP, e poi stare lontano dai guai, cosa difficile a causa del traffico, del dover superare piloti più lenti con auto simili. Bisogna mantenere la calma e affrontare anche la notte e le condizioni meteorologiche che, come sappiamo, possono cambiare rapidamente. L’obiettivo è rimanere nel giro di testa fino all’ultima ora, e poi lottare”.

Ovviamente Maxime Martin ha un rapporto più emotivo con la gara: “Per me la 24 Ore di Spa è la gara più importante, significa gara di casa e anche una storia di famiglia che va avanti da due generazioni. Questa sarà la mia 18ª partecipazione, ormai sono quasi un veterano, e l’ho vinta solo una volta. Spesso mi sono trovato in una buona posizione per vincere, ma sono stato anche piuttosto sfortunato. Tuttavia, amo questa gara più di ogni altra”.

“Quando l’ho vinta nel 2016, fu una grande soddisfazione personale, e mi sono anche sentito orgoglioso di continuare la tradizione di famiglia. Non esiste una ricetta segreta per vincerla: servono una buona macchina, un buon team, buoni compagni di squadra, una gara impeccabile e un po’ di fortuna, come per qualsiasi altra gara di 24 ore”.

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