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Alfa Romeo Stelvio

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Alfa Romeo Stelvio 2023, è sempre “lei”. Per fortuna

Un SUV su cinque venduto in Italia è un Alfa Romeo Stelvio, se ovviamente si restringe il campo a quelli di medie dimensioni (o D-SUV) di fascia premium. Un’auto di successo, sebbene all’estero le quote di mercato siano inferiori, ma che comunque aveva bisogno di una rinfrescata. No, tranquilli, nulla è stato toccato dal punto di vista del telaio: da questo punto di vista la Stelvio era e resta uno dei migliori, se non proprio il migliore, Sport Utility del proprio segmento. Le novità, leggere, sono soprattutto stilistiche, mentre quelle tecnologiche, più significative, si trovano all’interno.

È sempre lei, per fortuna

Trattandosi di un’Alfa Romeo, per quanto SUV, mi perdonerete se inizio parlando del piacere di guida. Con altri marchi avrei iniziato da abitabilità e capacità di carico, con altri ancora dalla tecnologia di infotainment. Invece, su un’auto il cui albero di trasmissione è in carbonio per tagliare il peso di 15 kg, e tanta parte del tempo della messa a punto è stata spesa per trovare la risposta migliore possibile tra le curve e per offrire un feeling quanto più cristallino, beh, le priorità sono chiare. E devo dire che gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti, anche se questa non è una novità: la Stelvio è a dir poco precisa e appagante nel misto, con lo sterzo che comunica con incredibile trasparenza ciò che accade sotto alle ruote. 

su un’auto il cui albero di trasmissione è in carbonio per tagliare il peso di 15 kg, e tanta parte del tempo della messa a punto è stata spesa per trovare la risposta migliore possibile tra le curve e per offrire un feeling quanto più cristallino, beh, le priorità sono chiare.

Comfort: sospensioni ok ma c’è un po’ di rumore

Il tutto, senza ricorrere a tarature eccessivamente rigide di ammortizzatori e molle: anzi, grazie allo schema molto raffinato delle sospensioni, l’assorbimento è più che buono. Nello specifico, davanti lavora un quadrilatero alto con doppia leva inferiore e asse di sterzo semi-virtuale, che coniuga il massimo effetto filtrante con la sterzata rapida e precisa. Al retrotreno i tecnici Alfa Romeo hanno disegnato un multilink a quattro bracci e mezzo – brevetto Alfa Romeo – che mette insieme agilità e comfort. In esclusiva per la serie speciale Competizione, inoltre, sono disponibili le sospensioni attive con smorzamento a controllo elettronico, che si adattano istante per istante alle condizioni di guida e permettono di scegliere manualmente la risposta.

A convincermi (molto) meno è invece l’aspetto acustico: a parte il rumore del 2.2 turbodiesel (che è anche un po’ ruvido), sempre ben presente, al di sopra dei 120 km/h si innescano vortici aerodinamici di una certa importanza all’altezza dei montanti anteriori. Peccato.

Sguardo più illuminante

Dicevamo delle modifiche estetiche: in realtà sono anche funzionali. Sì perché a caratterizzare il frontale della Stelvio (ma anche della Giulia) è la fanaleria “3+3”, con nuovi fari Full-LED Matrix adattivi e la rivisitazione del leggendario scudetto “Trilobo” di tutte le auto del Biscione. Matita leggera anche dietro: i gruppi proiettori posteriori, a LED, presentano ora vetro fumé e finitura in nero lucido. Il mio giudizio? Credo che i deisgner Alfa Romeo siano riusciti, ancora una volta, a raggiungere l’obiettivo: hanno dato una rinfrescata che l’osservatore attento e competente non può non cogliere ma non lasceranno delusi i proprietari della Stelvio pre restyling, perché la loro auto non è improvvisamente invecchiata.

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Alfa Romeo Stelvio 2023 – frontale

Il tutto, tornando ai gruppi ottici, aggiungendo importanti funzionalità quali: Adaptive Front Lighting System”  (regolazione continua dei fari anabbaglianti in base alla velocità e alle condizioni di guida) e “Glare-Free High Beam Segmented Technology” (in scarse condizioni di luminosità, rileva il traffico frontale e/o nel senso opposto per evitare l’abbagliamento delle altre auto).

Digitale ma inconfondibilmente Alfa Romeo

Una volta a bordo, regolata la posizione di guida in modo millimetrico e nel pieno rispetto delle regole dell’ergonomia della guida, ecco che davanti agli occhi si apre la nuova strumentazione digitale. Raccolta sotto a una palpebra – fisica – a binocolo, si apre ora un pannello da 12,3” personalizzabile, che personalmente (ma su queste cose sono un nostalgico, me ne rendo conto) preferisco nella modalità a lancette, per quanto virtuali, in stile anni Sessanta; con la chicca delle ultime tre cifre (220 – 240 – 260) del tachimetro che sono “ribaltate”.

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Alfa Romeo Stelvio – strumentazione heritage

Detto questo, non vi nego una certa scocciatura quando ho scoperto che Android Auto funziona ancora, solo, con il cavo. E già che siamo in zona, se è vero che la diagonale di 12,1” dello schermo centrale è generosa, è anche vero che la sua altezza è talmente ridotta da risultare talvolta limitante, soprattutto quando si vuole esplorare la mappa. Come avrete immaginato, nulla da segnalare sul fronte dell’abitabilità e della capacità di carico, nel senso che entrambe rimangono com’erano. Si viaggia comodi in quattro adulti più un ragazzino e il bagagliaio ha una capienza dichiarata di 525 litri in configurazione 5 posti.

La tecnologia

Prima di chiudere (sì, solo perché parliamo di Alfa Romeo trattiamo queste cose in fondo), torniamo un attimo sulla tecnologia, che si avvicina parecchio a quella della Tonale. Grazie ad Alfa Connect Services sono disponibili aggiornamenti “Over The Air”, mentre con la funzione “My Remote” si possono controllare a distanza via smartphone o smartwatch alcune funzionalità come apertura/chiusura porte e lampeggio luci. In un secondo momento arriverà inoltre la tecnologia NFT (Non-Fungible-Token): sulla “blockchain card”, un registro digitale secretato e non modificabile sul quale vengono riportate le principali informazioni sulla singola vettura, viene generata una certificazione in cui vengono riportati i dati sulla vita della vettura.

Questo documento potrà essere utilizzato come garanzia del buon mantenimento del veicolo, determinandone di conseguenza il valore residuo. Dunque, la certificazione NFT rappresenta, sul mercato dell’usato, un’ulteriore fonte di credibilità, che aiuta il possessore/rivenditore, ma rassicura anche l’acquirente nella scelta del veicolo di seconda mano.

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