Un autista Uber ha percorso 193mila km con la sua Model 3 per un anno e mezzo. La batteria è andata fuori uso per la continua ricarica?
Per verificare che i veicoli elettrici sono validi non c’è modo migliore se non quello di metterli alla prova, possibilmente a dura prova, nella vita di tutti i giorni. Quella che potete leggere di seguito e vedere nel video in lingua inglese è l’esperienza di un proprietario di una Tesla Model 3.
L’auto in questione è stata utilizzata negli Stati Uniti per lavoro, come un’auto Uber, e per un periodo di tempo abbastanza lungo, quasi un anno e mezzo. Ecco com’è andata.
L’esperienza dell’autista Uber
Dal momento dell’acquisto ad oggi il risparmio sul carburante e sulla manutenzione ha raggiunto i 10.000 dollari, tuttavia è anche vero che se Dobson avesse aspettato per comprarla avrebbe potuto approfittare del taglio sui prezzi delle Tesla nuove voluto da Musk, ma è andata così. Questo infatti non è il suo problema principale.
Da luglio 2022 ad oggi Dobson ha percorso, guidando per sei giorni alla settimana, 120.000 miglia (circa 193 mila km) e la batteria ad alto voltaggio è improvvisamente morta. Secondo lui è successo perché Tesla non ha preparato la Model 3 per il lavoro quotidiano di ride-sharing.
In un video precedente, girato quando l’auto aveva percorso 90.000 miglia, la batteria mostrava un degrado dell’11%, ma dopo aver superato il traguardo delle 110.000 miglia, l’autista ha iniziato a vedere un rapido calo del degrado e dell’autonomia di guida, scendendo a 170-180 miglia al 100% di SOC.
Dobson sostiene che Tesla gli ha detto che il degrado va attribuito all’usura regolare, ma lui non è d’accordo perché è stato troppo rapido. Non è chiaro se il fatto che in genere facesse due soste di ricarica al giorno, caricando spesso al 90 o al 95% dello stato di carica, sia stato un fattore che ha influito sul decadimento della batteria della Model 3.
Troppo stress?
Un tipico veicolo per il ride-sharing percorre più chilometri in una settimana e fa più cicli di ricarica di quanti ne facciano la maggior parte dei veicoli per uso privato. Alcuni sostengono che la sovralimentazione frequente, soprattutto se effettuata oltre i limiti raccomandati, può sottoporre la batteria a uno stress significativo, anche se un recente studio di Recurrent ha dimostrato che non c’è alcuna differenza nel degrado della batteria tra la ricarica rapida frequente e quella rapida rara sugli EV Tesla.
Indipendentemente dal fatto che la colpa sia del Supercharging, un giorno l’autista di Uber ha caricato l’auto durante la notte a casa e aveva 170 miglia di autonomia disponibile, ma quando ha usato un Supercharger più tardi nel corso della giornata, l’autonomia non ha superato le 35 miglia. A quel punto ha ricevuto una notifica da Tesla che lo ha invitato a portare l’auto in officina per un controllo.
Tesla gli ha dato solo un anno di garanzia sulla nuova batteria, il che porta Dobson a sospettare che la batteria non fosse nuova, ma ricondizionata. Ritiene inoltre che la batteria completamente carica della sua auto offra teoricamente 207 miglia di autonomia al 100% di SOC, ovvero il 14% in meno di quanto otterrebbe una Tesla Model 3 identica con una batteria nuova di zecca.
Ora vi lasciamo al video in cui Dobson entra nei dettagli.
Fonte: Kim Java / YouTube
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