Basta un aggiornamento software per alzare la capacità netta della batteria nella versione a trazione posteriore. Costerà 1.500-2000 dollari
Tesla, con il software, fa un po’ quello che vuole. In tanti anni ha dimostrato di poter intervenire su numerosissimi parametri, anche a livello di powertrain, gestione della batteria ed efficienza di sistema. E lo stesso si accinge a fare ora.
Fino a 100 km di autonomia in più
Il fatto è questo: tutte le batterie per auto elettriche hanno una capacità superiore a quella dichiarata (e resa effettivamente disponibile). Questa differenza è stabilita dai progettisti al fine di preservare più a lungo la salute delle celle.
E qui si torna a Tesla. Secondo quanto detto da Elon Musk, sulla Model Y a traione posteriore (RWD), il modello d’attacco, quello dotato di batteria al litio-ferro-fosfato (LFP), gli automobilisti potranno acquistare un aggiornamento software che consenta di aumentare la capacità netta e di guadagnare così tra i 70 e i 100 km di autonomia. Un bel vantaggio se si pensa che l’auto, al momento attuale, è omologata per 455 km. Significherebbe un aumento delle percorrenze di circa il 20%, pari a 12-18 kWh.
Costa tra i 1.500 e i 2.000 euro
Che la batteria della Model Y RWD potesse avere prestazioni migliori di quelle effettivamente offerte era già stato ipotizzato in passato. Trattandosi però di una batteria diversa da quella usata dal resto della gamma (viene montata anche dalla Model 3 RWD e basta) ed essendo fornita da BYD, azienda con la quale Tesla non aveva rapporti di lunga data, si era scelto un approccio più conservativo.
Ora, fatte tutte le valutazioni del caso, si è deciso di assottigliare quel buffer che rappresenta la differenza tra capacità lorda e capacità netta, a tutto vantaggio della quantità di energia che la batteria può effettivamente immagazzinare e, in ultima analisi, della batteria stessa.
Fotogallery: Tesla Model Y (2023)