Elon Musk conferma i tagli nella rete di ricarica, ma parla anche di forti investimenti: le colonnine restano una priorità
Tesla ha licenziato quasi tutto il team della rete Supercharger, lasciando disorientati gli investitori, spaventati dalla possibilità che la Casa possa chiudere uno dei progetti più di successo (e redditizi) della sua attività.
Il progetto non è a rischio
Il fatto è questo: Elon Musk ha lavorato negli ultimi anni per aprire numerosissime nuove stazioni di ricarica nel mondo e sostenere il crescente numero di vetture in circolazione. Ora, però, la Casa entra in una nuova fase. Vuole continuare a costruire nuovi Supercharger, ma a ritmo diverso e con una logica diversa.
Ora vuole concentrarsi sul consolidamento delle stazioni esistenti e questo rende una parte del team superflua. Ciò non significa che tutti i lavori messi in cantiere e tutte le nuove location non saranno completate. Anche sull’account X dedicato ai Supercharger, dopo qualche tempo di inattività, si è tornati attivi.
Un post del 10 maggio recita: “Dal 2012, la ricarica è stata un pilastro della missione di Tesla, garantendo la libertà di viaggiare in modo affidabile. La rete Supercharger è la più grande a livello globale, con il più alto capitale e con efficienza operativa e continueremo a sostenere e far crescere la rete. Grazie agli host del sito e ai fornitori per la pazienza dimostrata durante la ristrutturazione interna!”.
Oltre i Supercharger
A dimostrazione di questo, arrivano anche le recenti dichiarazioni inerenti le batterie 4680. Elemento fondamentale della crescita della Casa, potrebbero essere congelate se non saranno vantaggiose da un punto di vista dei costi. Se il nuovo responsabile del progetto non sarà in grado di ottenere miglioramenti evidenti entro fine anno, Tesla potrebbe decidere di acquistare celle 4680 da fornitori esterni.
Fotogallery: La rete dei Tesla Supercharger in Europa arriva a 100.000 colonnine