Estrazione delle materie prime, fornitura dei componenti, impronta carboniosa: grazie alla tecnologia blockchain Volvo offre su EX90 un certificato d'origine
Sulla vicenda dei dazi sulle auto elettriche prodotte in Cina – ed è bene evidenziare che non solo solo le case auto cinesi a produrre sul mercato interno ed esportare globalmente – sarà il nuovo Parlamento europeo a pronunciarsi.
Come ti certifico la provenienza delle materie prime
Una soluzione di certificazione sviluppata da Circulor, basata su tecnologia blockchain e mirata a documentare e certificare la provenienza delle materie prime e dei componenti che costituiscono una batteria. Celle, elettronica, sistema di raffreddamento, moduli, fino alle materie prime: nickel, cobalto, manganese, rame, litio, ferro, fosfato.
Un po’ una “certificazione d’origine” che interesserà la batteria e permetterà di risalire ai siti di fornitura originari, al di là dell’assemblaggio dell’accumulatore, che può benissimo essere frutto di un’attività, ad esempio, condotta in Europa ma, nella quasi totalità dei casi, avrà materie prime fornite da compagnie cinesi.
Stimata anche l’impronta carboniosa
Il costo della certificazione delle parti e dell’impronta carboniosa generata dalla produzione della batteria ammonta a circa 10 dollari per singolo veicolo, confermano in Circulor all’agenzia Reuters.
La tracciatura della componentistica lungo la catena di approvvigionamento dai fornitori ha richiesto all’azienda un lavoro di sviluppo lungo 5 anni. L’automobilista potrà accedere a una scheda di informazioni semplificate, attraverso un codice QR, oltre ad avere un report sullo stato di salute della batteria per 15 anni.
Quanto ai fornitori dei componenti e materie prime necessarie per le batterie, Circulor verifica anche i dati di consumo energetico per stimare l’impronta carboniosa della produzione del singolo pacco batterie.