Il presidente russo, Vladimir Putin, incontra il presidente della Camera bassa, Vjacheslav Volodin
“Questo dovrebbe essere assolutamente escluso” – ha detto Putin in una riunione al Cremlino con i vertici dell’industria nazionale e i ministeri competenti. Una decisione che porterà, per ammissione dello stesso Putin, a uno stile di vita in qualche modo più “modesto” pur di “lottare per lo sviluppo di marchi nazionali”.
La spesa pubblica per l’acquisto di auto straniere è effettivamente in aumento. Indagini indipendenti hanno dimostrato che nel primo trimestre è raddoppiata rispetto al 2022. L’industria automobilistica russa, invece, continua a soffrire a causa delle sanzioni imposte in risposta all’offensiva in Ucraina e dell’esodo di marchi come Renault, Toyota e Volkswagen, che nel Paese avevano le loro linee di assemblaggio.
A dare il buon esempio saranno i parlamentari della Duma, che a partire da settembre abbandoneranno gradualmente le auto straniere, soprattutto Ford e Bmw, per salire a bordo di modelli di fabbricazione nazionale, come Moskvitch, Lada e Aurus. L’annuncio del presidente della Camera bassa, Vjacheslav Volodin, è arrivato appena un giorno dopo l’incontro con Putin.
Presto sul mercato farà la sua comparsa un nuovo modello di Volga, idoneo per le esigenze di rappresentanza di funzionari e parlamentari. Sarà prodotto negli ex stabilimenti di Volksvagen a Nizhnij Novgorod. Dallo scorso anno è già disponibile il crossover Moskvich, assemblato nelle vecchie linee di Renault. Le personalità di primo piano potranno far affidamento sulla berlina di lusso Aurus, prodotta in Tatarstan.
La misura era stata suggerita dal vice primo ministro Boris Nemtsov, che per dare l’esempio viaggiava su una Volga prodotta nella sua nativa Nizhny Novgorod da GaZ. Il decreto restò tuttavia inapplicato. Eltsin non abbandonò mai la sua Mercedes e abolì l’atto nel ’99.
Sopravvissuta latente nel decennio di boom economico della Russia, l’idea di Nemtsov fu rispolverata nell’aprile 2012 da Putin, allora primo ministro e presidente eletto. Nella nuova versione, Putin teneva conto dell’integrazione con Bielorussia e Kazakhstan: le autorità statali e municipali avrebbero dovuto “acquistare solo veicoli prodotti sul territorio della Federazione Russa e dello Spazio economico comune”. Da premier, Putin si era già messo al volante di una Lada Kalina e aveva percorso la tratta Chita-Kabarovsk per provare in prima persona l’auto “fatta per la gente”.
Nel maggio 2018, Putin colse l’occasione dell’inaugurazione del nuovo mandato presidenziale per lanciare la Aurus, che usò per spostarsi dal suo ufficio alla sala della cerimonia.
In un prossimo futuro potremmo nuovamente vedere Putin al volante di un modello di gamma economica: il Ceo di AvtoVaz, Maksim Sokolov, ha chiesto al presidente l’ “onore” di testare la nuova Lada Iskra che sarà lanciata il prossimo anno.
Restano tuttavia forti dubbi che la stessa Iskra possa dirsi realmente russa: la legislazione sulla quota minima di processi industriali da realizzare nel Paese perché un prodotto possa dirsi “locale” è stata finora applicata in modo blando e i produttori hanno accumulato ritardo nella sostituzione delle importazioni. Di fatto – osserva il consulente indipendente Sergei Burgazliev – fino al febbraio 2022 le fabbriche si limitavano a fare “pseudo-localizzazione”, a importare e assemblare semilavorati, così che oggi nessuna auto sembra poter rispettare i criteri richiesti.