Sembra un uomo solo al comando, ma il ceo di Tesla si affida a una cerchia di talenti che contribuiscono alla crescita della Casa
Dici Tesla e pensi a Elon Musk. È inevitabile. Il ceo della Casa è a dir poco un catalizzatore dell’attenzione. Per la sua attività frenetica sui social, le dichiarazioni non convenzionali, il modo di porsi ed esporsi di fronte al mondo intero.
Se Tesla è arrivata dove è arrivata e soprattutto se riuscirà ad andare dove si è prefissata (20 milioni di auto vendute nel 2030), buona parte del merito, non si può negare, è proprio di Mr. Musk. Ma lui, da solo, non avrebbe percorso tanta strada.
Tutti gli uomini del presidente
Ecco, proprio questa ristretta cerchia di collaboratori è uscita dalle tenebre in data 1 marzo, durante l’Investor Day. Quel giorno Elon Musk li ha voluti tutti sul palco. E c’è un motivo preciso. Sono serviti per dare un segnale forte agli azionisti, che nel recente passato si sono detti preoccupati per il fatto che Musk fosse impegnato su sempre più fronti (Twitter incluso).
Elon Musk presenta la Tesla Model S Plaid
Hardware e Software
A capo dello sviluppo tecnologico di Tesla c’è una vecchia conoscenza. Il cto della Casa si chiama Drew Baglino, ha preso il posto lasciato vacante nel 2019 da JB Straubel (Redwood Materials) e si era già mostrato durante il Battery Day del 2020. Se Baglino si occupa di tecnologia, Lars Moravy è il direttore tecnico. In Tesla da tanti anni (arriva nel 2010 dopo quasi 8 anni in Honda), ricopre anche la carica di vice-presidente con responsabilità dell’ingegneria del veicolo.
Baglino e Moravy lavorano a stretto contatto sia con Franz von Holzhausen, designer responsabile di tutte le vetture della Casa esclusa la Roadster) sia con David Lau e Ashok Elluswamy, che invece si concentrano sulla componente software delle vetture della Casa americana, e sono responsabili sia degli aggiornamenti over-the-air sia – ca va sans dire – Full Self Driving e guida autonoma.
Rivoluzione in produzione
In Tesla ci sono altre figure chiave che si occupano di produzione. C’è Tom Zhu, responsabile di tutte le Gigafactory della Casa, che si è costruito un’eccellente reputazione dirigendo la fabbrica di Shanghai fino a farla diventare il più grande stabilimento produttivo al mondo in tema automobilistico. E poi ci sono Karn Budhiraj e Roshan Thomas, che gestiscono tutta la rete di approvvigionamento di batterie e powertrain e tutta la logistica a sostegno delle Gigafactory.
Sempre legata alla fase produttiva c’è poi Laurie Shelby, che è responsabile della sicurezza e della sostenibilità delle attività di Tesla e che è diventata famosa (suo malgrado) quando ha dovuto gestire il difficile stop dello stabilimento di Fremont durante la pandemia.
Un pacco batteria con celle 4680 e architettura cell-to-pack
Tra Supercharger e sistemi di accumulo
Guardando oltre gli aspetti strettamente legati alle auto, della ristretta cerchia di persone che ruotano intorno a Elon Musk ci sono poi Zachary Kirkhorn, direttore finanziario, che invece si occupa di migliorare l’efficienza e di ridurre i costi in ogni aspetto della gestione aziendale, Mike Snyder, che lavora su Megapack, Powerwall e sistemi stazionari in genere, Colin Campbell e Rebecca Tinucci.
Campbell si occupa di approvvigionamento di materie prime, mentre la Tinucci è a capo delle operazioni in tema di Supercharger. È lei, tanto per fare un esempio, che sta gestendo il delicato passaggio della rete da “infrastruttura proprietaria” a “ricarica aperta a tutti”.
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