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Toyota rinnova il Land Cruiser degli anni d’oro, ma solo per le organizzazioni umanitarie

Cosa hanno in comune le Nazioni Unite, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e molte altre organizzazioni umanitarie che operano nelle regioni più estreme del globo? I mezzi in dotazione, in particolare la fuoristrada Land Cruiser della serie J70, originariamente presentata nel 1984, celebre per le sue doti di robustezza e affidabilità. A distanza di quarant’anni dal debutto, Toyota ha deciso di riavviare la produzione della J70, che era stata mandata in pensione nel 2004 (ma che era già ritornata sulle linee di montaggio nel 2014, in occasione del suo trentennale). Tuttavia, la riedizione di questo iconico fuoristrada vintage sarà riservata unicamente ai mercati di Giappone e Australia, Paesi con guida a destra. Lunga 4,89 metri, la “nuova” J70 è spinta da un motore diesel di 2,8 litri da 201 CV di potenza, abbinato a un cambio automatico a sei rapporti e alle quattro ruote motrici. Il veicolo in questione fa da base tecnica della “GDJ76”, la versione della Land Cruiser J70 dedicata alle organizzazioni umanitarie e non, prodotta a Gibilterra da Toyota Gibraltar Stockholdings, un’azienda che modifica, commercializza e distribuisce questi speciali veicoli. “Leggendario è un termine molto abusato ma, nel caso della serie Land Cruiser 70, è completamente giustificato. A 40 anni dal suo debutto, la serie Land Cruiser J70 è ancora il veicolo più robusto in circolazione, in grado di affrontare le condizioni più difficili che la vita gli può riservare”, spiega Toyota Gibraltar Stockholdings: “È l’automobile di flotta standard per molte agenzie attive in prima linea, che richiedono il massimo in termini di affidabilità”. Il nuovo Land Cruiser GDJ76 – che non è venduto ai clienti “civili” – è, quindi, tutto nuovo nonostante il suo aspetto “old school” e affianca il precedente HZJ76, di simile impostazione spartana: mancano comfort divenuti molto comuni oggigiorno, come i fari a led, il quadro strumenti digitale o l’infotainment con display touchscreen. In compenso, l’abitacolo può accogliere fino a 10 passeggeri – sfruttando pure le panchette con seduta ribaltabile installate nel bagagliaio – c’è il controllo attivo della trazione, il bloccaggio manuale dei differenziali e uno snorkel laterale (una sorta di boccaglio che consente di far respirare il motore quando si affrontano guadi molto profondi), utilissimi nell’utilizzo fuoristradistico più estremo. Il nuovo motore 2.8 turbodiesel, inoltre, è assai più potente dell’unità motrice che rimpiazza – che erogava “appena” 129 CV – e garantisce emissioni diminuite del 30%: un particolare apparentemente poco importante, ma che in realtà consente al GDJ76 di soddisfare le norme antinquinamento Euro 4, necessarie per operare in alcuni dei Paesi in cui presterà servizio il veicolo. Tuttavia, l’adozione del nuovo motore, dicono da Toyota Gibraltar Stockholdings, comporta uno svantaggio: lo spazio a disposizione all’interno del vano in cui è alloggiato il propulsore è diventato decisamente più contenuto. Un dettaglio non da poco, perché comporterà la necessità di rialloggiare nell’auto alcuni equipaggiamenti studiati per soddisfare le richieste delle organizzazioni umanitarie: infatti, le medesime spesso abbisognano di doppie batterie o alternatori più grandi del normale e di vari altri sistemi che funzionano sfruttando l’energia erogata del motore, come i frigoriferi per il trasporto dei vaccini ad esempio.Le prime consegne della GDJ76 inizieranno a marzo prossimo e, secondo quanto dichiarato da Toyota Gibraltar Stockholdings, le Nazioni Unite sono tra i primi clienti, avendo già effettuato un consistente ordine.

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