BRUXELLES – Toyota introdurrà in Europa sei modelli elettrici dedicati entro il 2026 con l’obiettivo di venderne 250mila pari a circa il 20% dei volumi totali. Nel frattempo chiuderà il 2023 sul nostro Continente con 1,17 milioni (+8%) di unità con una quota di elettrificazione pari al 71%, grazie a oltre 25 modelli ibridi, ibridi plug-in, elettrici e a idrogeno con i marchi Toyota, Lexus e Toyota Professional. La prospettiva di raggiungere il 75% nel 2024 e di crescere ulteriormente nei volumi complessivi, grazie alla nuova C-HR, al restyling di Yaris e Yaris Cross e altre novità, ma senza fornire obiettivi.
Rimane fermo il messaggio di Toyota: per arrivare a decarbonizzare la mobilità mantenendola accessibile per tutti non basta una sola tecnologia, ma ce ne vogliono molte. La strategia dunque non cambia, ma cambia evidentemente l’incidenza dell’elettrico su una gamma che nel 2026 potrà contare su almeno 15 modelli a batteria tra i tre marchi. Tra questi, occorre contare la bZ4X e il modello di serie che vedremo nel 2024 ed è derivato dalla Urban SUV concept, presentato in anteprima mondiale proprio al Kenshiki. È lungo 4,32 metri, largo 1,82 e alto 1,62 e sarà basato su un nuova piattaforma derivata sempre dalla famiglia TNGA specifica per le auto elettriche – ma non la eTNGA della bZ4X – e ospiterà due formati di batteria, almeno uno potrebbe sfruttare celle LFP (Litio-Ferro-Fosfato) al posto delle NMC (Nickel-Manganese-Cobalto) della sorella. Avrà trazione anteriore o integrale.
Già vista al salone di Shanghai nell’aprile scorso – ma con una verniciatura diversa – è la Crossover Sport Concept, una fastback lunga 4,8-4,9 metri e con assetto leggermente più alto del normale dallo stile bello e sinuoso e che contiene tutti gli elementi che stanno emergendo su tutti i nuovi modelli, dalla C-HR in poi. È realizzata in collaborazione con BYD, non se ne conoscono altri dati, ma è sicuro che arriverà sul mercato nel 2025. Ci saranno altri tre BEV, tutti a ruote alte entro il 2026 di cui uno derivato dalla bZ Concept presentata lo scorso anno. La svolta arriverà nel 2026 con una piattaforma inedita definita da software che gira su un sistema operativo proprietario denominato Arene e la scocca il cui pavimento sarà realizzato attraverso gigapresse in tre soli pezzi (al posto di 170), all’interno di stabilimenti dove le vetture in fase di produzione si muoveranno da sole da una postazione di lavoro all’altra.
La nuova sportiva ricadrà sicuramente entro il perimetro della gamma GR, ma non se ne conosce neppure il nome. Altrettanto indicativo è che i nuovi concept non abbiano le lettere bZ all’interno della loro denominazione: anche la Sport Crossover Concept che lo aveva a Shanghai se ne è sbarazzata mentre l’unico segno sulla Urban SUV Concept è nella forma delle luci posteriori. Segno che la strategia del naming, ovvero delle denominazioni dei modelli, è in fase di rivisitazione e potrebbe subire variazioni rispetto all’intenzione iniziale di battezzare le nuove elettriche tutte con il suffisso bZ accompagnato da numeri e dalla X in caso di vetture a ruote alte. Toyota aveva vissuto un ripensamento simile quando introdusse l’ibrido all’inizio degli anni Duemila. La prima intenzione fu di costruire un sub-brand Prius formato unicamente da modelli ibridi, ma poi si fece strada una strategia di ibridizzazione della gamma esistente, mantenendo i nomi dei modelli esistenti. Forse qualcuno si è accorto che pensare di buttare a mare o marginalizzare in prospettiva noi come Yaris, Corolla e anche Camry e Land Cruiser, oppure aggiungere ulteriori lettere a RAV4 non è una buona idea…