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Torna la regina Ginevra. Dopo 4 anni d’assenza ecco il più prestigioso salone europeo. Al centro il Gruppo Renault ed i cinesi

GINEVRA – Ripartire dal passato per guardare al futuro. Il redivivo Salone di Ginevra è tornato dopo 4 edizioni cancellate ed una in trasferta a Doha dimostrando che l’Automobile rimane sempre qualcosa di speciale, capace di mettere insieme passione, economia, innovazione e anche gli appetiti di sistemi industriali come la Cina, pronta a prendersi gli spazi lasciati vuoti dalle case tradizionali sul mercato così come al Palexpo. L’unica eccezione è rappresentata dal gruppo Renault che sul lago Lemano arriva con i conti migliori della sua storia, trova la vittoria del premio “Auto dell’Anno 2024” con la nuova Scénic e porta al debutto assoluto novità del calibro della nuova R5 e della Dacia Spring accanto ad un altro modello fondamentale come la Duster di terza generazione, alla vigilia del lancio sul mercato. E forse non è un caso che il numero uno del gruppo francese ricopra ruolo analogo anche nell’ACEA e abbia lanciato un messaggio di fiducia e, allo stesso tempo, un appello all’unità e alla collaborazione sia per aumentare la competitività dell’industria europea sia per raccogliere la sfida del Dragone dei suoi costruttori.

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«L’Europa deve accettare entrambe le sfide – ha ribadito ancora una volta Luca De Meo – e non può cancellare il 2035 perché abbiamo investito decine di miliardi di euro. L’elettrico non raggiungerà forse il 100%, ma sarà comunque la tecnologia dominante e, se dovessimo tornare indietro, sarebbe un grandissimo errore perché rifiutare il progresso ci farebbe rimanere soli». Il CEO di Renault Group e presidente dell’ACEA non è neppure d’accordo per chi invoca barriere doganali. «All’università di Economia, alla seconda lezione ti dicono che il protezionismo porta inflazione, inefficienze, scarsa produttività, costi che salgono e ritardi. Mai fare questa scelta». Alla vigilia delle elezioni per il Parlamento Europeo, De Meo chiede all’UE di mettere in campo una politica industriale chiara e agli altri costruttori alleanze per battere i cinesi. Gli occhi a mandorla al Palexpo abbondano e non sono quelli di giapponesi o coreani. Quelli anche sono assenti e oramai non ci fanno più paura. E forse accadrà lo stesso quando anche la Cina inizierà a produrre da noi. La BYD sarà la prima a farlo grazie ad uno stabilimento che sorgerà in Ungheria, intanto allarga la sua gamma con la Seal U DM-i ibrida plug-in e mette in mostra lo smisurato YangWang U8, Suv da 1.200 cv dalle caratteristiche impressionanti. Sta pensando ad una presenza industriale in Europa anche il gruppo SAIC che in Europa si è ormai preso l’1,7% in meno di 3 anni e sta addirittura al 2% in Italia che sarà il secondo mercato, dopo il Regno Unito, ad avere un magazzino ricambi.

L’arma in più è la nuova MG3, una gamma sempre più ampia e anche il nuovo marchio premium IM (Intelligent Mobility).

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Ma a Ginevra c’è stato anche un Oriente un po’ più vicino, quello di Lucid, costruttore americano, ma al 60% ormai in mano alla Public Investment Fund, ovvero il fondo sovrano dell’Arabia Saudita dove è stato recentemente inaugurato uno stabilimento e nel 2030 il 30% delle auto saranno a zero emissioni. Lucid porta in anteprima europea la Gravity, Suv da 5 metri e 7 posti che va ad affiancare la berlina Air: piattaforma elettrica a 900 Volt e ricarica a 350 kW, la Gravity ha uno schermo 6K da 34”, una tecnologia da mille e una notte, oltre 700 km di autonomia e uno 0-100 km/h in 3,5”. Ginevra è anche la vetrina dei concept e dei sogni, soprattutto per i vicini italiani. Ecco allora la Foxtrot, ovvero l’auto disegnata da Pininfarina per Foxconn, il gigante cinese che produce gli iPhone, e le Totem e Kimera, piccoli atelier capaci di trasformare la tradizione e l’artigianalità nostrane in splendide repliche reinterpretate in chiave moderna.

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La prima fa Alfa Romeo Giulia, anche in versione elettrica. Stavolta la novità è la GTAmodificata con motore V6 3.2 biturbo da ben 810 cv per soli 1.095 kg. Se ne faranno solo 5 unità da 1,1 milioni di euro. L’altra invece nasce nel culto della Lancia da corsa e, dopo la EVO037, a Ginevra presenta la nuova EVO38 a trazione integrale, motore centrale 4 cilindri da 2.150 cc da 600 cv e sovralimentazione con turbo e compressore volumetrico, come la formidabile Delta S4 che, insieme alle altre Delta da rally, alle LC1, LC2 e Beta Montecarlo Turbo da pista fa da cornice ad un clone che ne assorbe tutto il patrimonio genetico per farlo rivivere in 38 esemplari a prezzo da amatore. E proprio gli amatori possono trovare a Ginevra 35 meravigliose vetture storiche, provenienti dalle migliori collezioni e radunate nella Classics Gallery. È l’Automobile che conosce il suo passato ed è alla ricerca del futuro.

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