Termini Imerese – Roberto Ginatta condannato a sette anni di carcere per il crac Blutec
Le assoluzioni. Ginatta, accusato di aver dirottato i contributi statali su un “investimento di stretto interesse della famiglia”, è l’unico degli imputati a essere stato condannato. Il figlio Matteo Orlando e la segretaria Giovanna Desiderato, per i quali erano stati chiesti, rispettivamente, 5 anni e 2 anni e 8 mesi di carcere, sono stati assolti “per non avere commesso il fatto” e perché “il fatto non sussiste”. L’imprenditore, che per i procuratori non avrebbe mai avuto intenzione di completare il rilancio del polo siciliano ed era accusato di riciclaggio per aver investito parte dei proventi illeciti in altre divisioni del suo gruppo, è stato condannato a risarcire anche le parti civili, tra cui l’assessorato regionale delle attività produttive per 16 milioni di euro, la Fiom nazionale per 25 mila euro e la Fiom di Palermo per altri 25 mila euro. La sentenza include anche la confisca di beni per 15 milioni, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, il divieto di guidare imprese per i prossimi cinque anni e risarcimenti di 41 milioni alla società Blutec e di sei milioni alla controllante Metec.