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Stellantis – A tu per tu coi nuovi commerciali Citroën, Fiat Professional, Opel e Peugeot

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Stellantis – A tu per tu coi nuovi commerciali Citroën, Fiat Professional, Opel e Peugeot

X250, K0 e K9 sono sigle che non dicono molto all’utilizzatore medio dei veicoli commerciali: una volta tanto, però, permettono di identificare più rapidamente quelle che un tempo erano piattaforme dedicate a due, tre modelli, e che dopo la nascita di Stellantis contraddistinguono sterminate famiglie di mezzi di trasporto leggero di più marchi. La finalità della creazione di Pro One, il programma di veicoli commerciali del gruppo tenuto a battesimo alla fine dell’anno scorso, è stata anche quella di razionalizzare queste risorse, come abbiamo scritto qui. Per questo, prima di passare alle impressioni di guida e di carico e a un approfondimento delle maggiori innovazioni dei model year 2024 delle tre principali classi di modelli, è utile fare un rapido ripasso.

X250 – Citroën Jumper, Fiat Professional Ducato, Opel Movano, Peugeot Boxer. Furgoni, autotelai o pianali cabinati, combi e minibus di taglia grande, da 3,5 a 5 tonnellate, possono adottare motori diesel 4 cilindri di 2.2 litri di seconda generazione da 120, 140 o 180 CV, un nuovo elettrico da 200 kW-272 CV, alimentato da batterie da 110 kWh (autonomia dichiarata 420 km); oppure, sulle nuove versioni H2 presentate in forma statica proprio in occasione dei test di guida, da un sistema fuel cell e da una batteria plug-in da 11 kWh (autonomia di 500 km con quattro bombole d’idrogeno da 7 kg a 700 bar).

K0 – Citroën Jumpy, Fiat Professional Scudo, Opel Vivaro, Peugeot Expert. Furgoni, combi o pianali cabinati di taglia media, fino a 3,4 tonnellate, sono disponibili con i diesel 4 cilindri di 1.5 o 2.0 litri da 120 a 177 CV, oppure con l’elettrico da 100 kW-136 CV, alimentato da nuove batterie Lfp sempre da 50 o 75 kWh (autonomia dichiarata rispettivamente di 224 e 350 km) o da un sistema fuel cell più una batteria plug-in da 10,5 kWh (400 km di autonomia con tre serbatoi da 4,4 kg di idrogeno).

K9 – Citroën Berlingo, Fiat Professional Doblò, Opel Combo, Peugeot Partner. Furgoni e combi di taglia compatta, contano su motori a benzina 4 cilindri di 1.3 litri o diesel di 1.5 litri da 102 o 130 CV, oppure su un elettrico da 100 kW-136 CV alimentato, anche in questo caso con le nuove batterie Lfp ma solo nel taglio da 50 kWh, per un’autonomia di 346 km.

Large. L’X250 model year 2024 allinea su nuovi e più elevati standard tecnologici modelli che, pur condividendo l’impostazione di base, negli ultimi anni erano evoluti in maniera differente: il Ducato diesel, unico finora ad aver adottato motori turbodiesel 2.2 prodotti in Italia e predisposti per l’Euro 7, cambio automatico ZF a 9 rapporti e nuova architettura elettronica che abilita fra gli altri la strumentazione digitale, ulteriori funzioni di connettività e una completa dotazione di Adas ; il Ducato elettrico, fermo a un livello di upgrade precedente; i Jumper, Movano e Boxer diesel, con la stessa anzianità tecnologica e i motori 2.2 ex PSA; le versioni elettriche degli stessi modelli, che venivano retrofittate. Oggi tutti e quattro i furgoni, compresi il Vauxhall Movano per il Regno Unito e il RAM ProMaster per il Nord America, condividono gli insiemi propulsivi descritti prima, che includono, per quanto riguarda i diesel, un nuovo cambio automatico Aisin a 8 rapporti. La guida del nuovo modello elettrico è quantomai istruttiva. La presenza di un nuovo motore e di nuove batterie è in qualche modo intuibile persino dall’assetto del veicolo, in questo caso un Citroën Jumper L3H2, data la parte posteriore della carrozzeria più “sospesa” sul retrotreno e il muso incuneato in avanti. I responsabili del progetto confermano un aggiornamento alle sospensioni in funzione dell’adozione dei nuovi organi, che si percepisce anche per le nuove protezioni laterali della batteria visibili fra i due assi e ha come contropartita un aumento dell’altezza dal suolo della porta di carico posteriore.

Regge bene il tempo. L’indole del motore da 272 cavalli è vivace, ma ben controllabile grazie a uno sterzo sempre morbido e diretto, e al sistema di recupero dell’energia in fase di rallentamento, la cui entità si può modulare in tempo reale grazie ai paddle sul volante a dire il vero un po’ piccoli. Per quanto la posizione di guida e la visuale sulla strada siano identiche da quasi vent’anni, gli interventi hanno riportato la dinamica di marcia ai livelli di piacevolezza che altre fasi dell’evoluzione degli X250 (compresa la prima elettrificazione e i primi passi nei sistemi di assistenza alla guida) avevano attenuato. Un buon risultato per un concetto che ha iniziato la sua carriera nel 2006 in era Euro 4 e che, con opportuni aggiornamenti, ha assistito all’avvicendarsi di due o tre generazioni delle classi media e compatta.

Medium. Il K0 rappresenta, come origine, il progetto più giovane e ha conosciuto meno evoluzioni, rispetto all’X250, nel corso della sua storia iniziata nel 2016 (inizialmente solo come diesel). Della prima generazione elettrica ricordavamo, in particolare, la buona risposta di tutti i sistemi all’adozione del powertrain a corrente, a eccezione dello sterzo, pesante in manovra. Il modello 2024, di cui facciamo la conoscenza al volante di un Vivaro-e con batteria da 75 kWh, mostra di aver superato quell’inconveniente, senza conseguenze per il comportamento e la risposta del comando nelle altre condizioni di guida. Resta, a livello strutturale, il disallineamento del volante verso destra rispetto al sedile di guida, ma proprio il volante in sé contiene una delle evoluzioni più apprezzabili di questa nuova serie, con una struttura a quattro razze che incorpora, in maniera ordinata ed ergonomica, i comandi della regolazione della velocità e dell’audio/infotainment, e circonda la strumentazione, adesso completamente digitale. Apprezzabile è anche la presenza dei paddle (qui di dimensioni più generose rispetto a quelli dei fratelli maggiori) per regolare su tre livelli il recupero di energia in decelerazione e quindi l’entità del rallentamento, prima comandato, meno ergonomicamente, da un pulsante integrato nel selettore del cambio. L’assetto sano gestisce bene la buona vivacità del motore da 136 cavalli, che tiene bene il passo del traffico autostradale tanto quanto è rilassante, con la sua prontezza e silenziosità, negli itinerari cittadini.

My tasks. Torniamo sul tema dell’infotainment dei modelli Stellantis di taglia media per segnalare anche una nuova funzionalità, disponibile anche per i compatti e, dalla fine dell’anno, sui grandi e addirittura su alcune vetture. Si tratta dell’applicazione MyTasks, interfaccia tra i sistemi di gestione delle flotte e l’hardware di bordo dei veicoli. MyTasks permette al gestore di assegnare all’autista le destinazioni comunicandogliele attraverso il sistema di infotainment; il conducente riceverà un semplice pop-up sullo schermo e potrà dare ricezione del messaggio, segnalare la conclusione della missione o eventuali ritardi e criticità sempre attraverso i comandi sullo schermo, senza distrarsi a leggere smartphone, palmari o altri terminali. Ricevuto il messaggio, all’autista basta un semplice comando per fare acquisire la destinazione al navigatore e far partire la guida. Il gestore di flotte, invece, riceve nel sistema – sempre in tempo reale – la posizione e lo stato del compito assegnato. L’interfaccia evita l’installazione di hardware aftermarket. Il sistema si aggiorna over-the-air ed è implementabile anche su veicoli già circolanti, purché il loro sistema di infotainment sia compatibile. offerto nel portafoglio di Free2Move, così come Preventive maintenance e Connect fleet, già disponibili.

Compact. Da un’applicazione integrata a un componente hardware che permette di sfruttare al meglio le funzionalità dello smartphone nell’abitacolo. la Smartphone station disponibile per i modelli della classe compatta, che sperimentiamo sull’ë-Berlingo e che può sostituire lo schermo dell’infotainment da 10 pollici. Grazie all’integrazione non solo fisica del telefono nella parte centrale della plancia, il conducente può attivarne le funzioni attraverso i comandi del veicolo. Questi ultimi, perlomeno i principali, hanno conosciuto un’evoluzione analoga a quella dei modelli di taglia media: stesso volante (qui correttamente centrato), stessi paddle per la regolazione del recupero dell’energia, stessa grafica e logica della strumentazione digitale. I modelli elettrici compatti Stellantis hanno un argomento piuttosto convincente rispetto ai concorrenti: il motore appare decisamente più vivace e questo, se da un lato potrebbe porre qualche problema nella gestione della riserva di energia, può avere un certo peso nel convincere gestori di flotte o conducenti restii a passare all’elettrico. I nostri test sulla prima generazione di questo powertrain hanno dimostrato che l’equilibrio fra autonomia e prestazioni è comunque favorevole. Resta, di quella stessa serie, una certa rumorosità di rotolamento alle andature più sostenute. Nella classe Stellantis compatta si registra il maggiore tasso di specializzazione fra i modelli dei vari marchi: per esempio, il Berlingo dispone di sedili con imbottitura specifica, mentre il Peugeot Partner mantiene la strumentazione alta High cockpit e un volante specifico.

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