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Perché la Fiat Panda sarà prodotta in Italia fino al 2030

Stellantis aggiunge altri anni alla data di scadenza prevista a Pomigliano d'Arco

perché la fiat panda sarà prodotta in italia fino al 2030

La Fiat Panda continuerà ad essere prodotta in Italia per altri tre anni, fino al 2030. Scriviamo per “altri tre” perché stando alle ultime dichiarazioni la Panda con motore endotermico sarebbe dovuta uscire di produzione nel 2027, una data già prolungata rispetto all’iniziale 2026.

A dare il nuovo annuncio è stato l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, inaugurando lo stabilimento di Stellantis per la produzione di cambi elettrificati a doppia frizione (eDCT) per veicoli elettrici ibridi e ibridi plug-in, all’interno del complesso Mirafiori di Torino del gruppo.

Stellantis resta in Italia

A febbraio Olivier Francois, Amministratore Delegato di Fiat e Direttore Marketing di Stellantis, aveva detto che l’attuale Panda avrebbe continuato ad essere prodotta a Pomigliano d’Arco (Napoli) fino al 2027 (un anno in più rispetto al 2026 inizialmente preventivato).

Ora Tavares ha posticipato la data spiegando che in questo modo la casa tenterà di rendere ancora più accessibile ai clienti la Panda con motore endotermico. “Investiremo per adeguarla alle normative sulle emissioni”, ha detto, visto che la Panda è pronta per diventare elettrica (la vedremo a luglio in veste definitiva) e questa novità nascerà in Serbia.

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“Abbiamo sentito notizie false secondo cui Stellantis vuole lasciare l’Italia. Stiamo investendo molto in Italia – ha detto Tavares -. Noi qui ci sentiamo a casa. Siamo i leader di questo mercato con più del 34% di quota. Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene, stiamo investendo pesantemente, abbiamo progetti, idee la capacità per tenere fede ai nostri impegni. Le fake news aprono la finestra per fare entrare i cinesi, ma noi abbiamo intenzione di rafforzare la nostra leadership nel Paese”.

Tavares contro i cinesi

E poi ancora: “Siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, se qualcuno li vuole introdurre sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese”.

Il riferimento è diretto al governo Meloni, da cui si attendono ancora i nuovi incentivi auto; in particolare pensiamo alle recenti dichiarazioni del ministro dell’Industria Adolfo Urso di portare in Italia un secondo produttore, probabilmente cinese.

Nel frattempo Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom con la delega all’automotive, che ha partecipato al tavolo con l’ad di Stellantis, ha detto: “Tavares ha subito evidenziato come un secondo costruttore in Italia, in particolare se fosse cinese, non farebbe altro che togliere quote di mercato a Stellantis, quindi in qualche modo, dal punto di vista occupazionale, renderebbe la situazione ancora più critica”.

Tavares, ha aggiunto Lodi, “non ha dato risposte risolutorie per Mirafiori, come per gli altri stabilimenti. Siamo all’inizio di un triennio che sarà importante per tutte le case costruttrici per capire se l’industria dell’auto in Europa vada in modo diretto verso l’elettrico oppure, a fronte dell’appuntamento con le europee, se ci possano essere dei rallentamenti. Bisogna arrivare alla fine delle tornate elettorali per capire dove si andrà nel prossimo triennio, quindi anche oltre il 2030. Tavares ha spiegato che, anche per questi motivi, non si può dare una strategia definita oltre il 2030, ma solo idee e ambizioni. Non ha dato indicazioni su nuovi modelli, né novità sostanziali”.

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