Sospensioni progressive – Il segreto del confort Citroën in arrivo sulla ë-C3
Una comune sospensione è formata da due elementi principali: molle e ammortizzatori. Le molle, comprimendosi e allungandosi, permettono alle ruote di seguire sporgenze e rientranze del manto stradale, pur mantenendo il più possibile invariata la quota del corpo vettura. Gli ammortizzatori, invece, svolgono il compito (per certi versi ancora più importante) di dissipare l’energia di queste oscillazioni: senza di essi le molle farebbero rimbalzare ripetutamente l’auto dopo ogni dosso. Salvo casi particolari, questo smorzamento è ottenuto grazie all’olio, che durante l’escursione dell’ammortizzatore è forzato attraverso condotti molto piccoli, in modo che l’attrito viscoso svolga un effetto frenante.
Il problema è che le sospensioni sono chiamate ad affrontare sollecitazioni molto diverse: dalle piccole asperità dell’asfalto, che causano oscillazioni di ampiezza ridotta ma ad alta frequenza, a dossi e buche che causano un’escursione molto maggiore, ma con una frequenza minore. Una sospensione morbida può smorzare più facilmente le irregolarità del manto stradale, ma rischia di arrivare troppo facilmente a fine corsa. Quando succede, in un ammortizzatore tradizionale, lo stelo viene fermato da un tampone di gomma, trasmettendo quella classica botta secca che percepiamo quando prendiamo un dosso troppo velocemente.
Il risultato, quindi, è una sospensione che può essere molto morbida sulle piccole irregolarità e diventare sempre più rigida man mano che l’escursione aumenta, per frenarla gradualmente ed evitare la classica “botta” del fine corsa. Tutto ciò, senza alcun intervento elettronico, ma sfruttando esclusivamente la meccanica e l’idraulica dell’ammortizzatore. Questa tecnologia, con i dovuti adattamenti del caso, è stata impiegata da Citroën pure nel mondiale Rally. E lì, di sconnessioni, ce ne sono ben più che sulle strade