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Omicidio stradale, patente revocata anche senza aggravanti

omicidio stradale, patente revocata anche senza aggravanti

Nell’omicidio stradale via libera alla revoca della patente anche senza l’aggravante della guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, se la “colpa” è grave. Il Tribunale di Milano ha condannato a un anno e otto mesi di reclusione – una riduzione di pena per effetto del patteggiamento – il conducente di un autocarro per aver causato, nel 2022, la morte di un ciclista moldavo di 21 anni. L’imputato non aveva rispettato lo stop e aveva travolto e agganciato il ragazzo senza accorgersene, trascinandolo per alcuni metri. Il giovane era morto al san Raffaele a causa delle ferite.

Il Tribunale di Milano riconosce la condizionale, ma infligge una pena ben al di sopra del minimo edittale “per avere la condotta di guida serbata dall’imputato violato non già una sola fra le regole cautelari governanti la circolazione stradale, bensì – scrivono i giudici – una pluralità di prescrizioni dettate dal Codice della Strada a tutela della pubblica incolumità”. Regole di prudenza che sono ancora più stringenti per chi è al volante di un mezzo pesante come un tir “d’altra parte proprio la tipologia di mezzo di trasporto guidato avrebbe dovuto suggerire al conducente – si legge nella sentenza – rispettoso degli ordinari parametri di prudenza , diligenza e perizia, una particolare cautela, nell’effettuare la manovra di svolta incriminata”. Un concorso di circostanze che porta i giudici ad affermare la “spiccata gravità della colpa stradale” in considerazione della divergenza tra il comportamento richiesto e quello tenuto. Per le stesse ragioni il Tribunale, scarta la via della sospensione della patente, considerandola inadeguata e sceglie la revoca. I giudici di merito ricordano che, secondo il Codice della Strada, come riformulato dopo la sentenza della Corte costituzionale 88/2019, la revoca della patente resta possibile in caso di patteggiamento anche se viene applicata la condizionale. Ferma la facoltà del giudice di decidere per la sospensione in assenza delle aggravanti. Nel caso specifico viene però considerata adeguata la revoca, che impedisce per 5 anni di ottenere un nuovo permesso di guida.

Esprime la sua soddisfazione per il verdetto dei giudici meneghini Silvia Frisina, vice presidente dell’Associazione familiari e vittime della strada che, con l’avvocato Raffaele Ronchi, ha rappresentato le parti lese “La recente sentenza del giudice che ha deciso di revocare la patente di guida ad un uomo condannato per omicidio stradale – sottolinea Silvia Frisina – nonostante l’assenza di aggravanti, rappresenta un importante passo avanti per la sicurezza stradale. Questa decisione sottolinea come la tutela della vita e della sicurezza degli utenti della strada debba sempre essere una priorità assoluta. Auspichiamo che tale orientamento giurisprudenziale possa consolidarsi, contribuendo a prevenire ulteriori tragedie e a rafforzare il senso di responsabilità tra i conducenti”.

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