Dacia, avanti su taglio emissioni con la nuova Spring (e non solo)
Di suo, come è stato spiegato a Roma nel nuovo appuntamento della serie ‘Dacia Talk’, il gruppo ci mette un grande lavoro preparatorio, dall’approvvigionamento alla catena di montaggio, anche se la fase produttiva pesa solo per il 13% delle emissioni totali, calcolate in media in 41,2 tonnellate di CO2 per vettura su una vita media di 200 mila km. Come ha spiegato Didier Michaud, responsabile per le piattaforme e i sistemi di propulsione di Dacia, “si lavora molto per alleggerire, il nuovo Jogger pesa 250 kg in meno rispetto alla media degli altri modelli a 7 posti, ma siamo anche attenti al design facendo scelte che consentano di migliorare l’efficienza. Senza dimenticare l’impatto dei materiali riciclati come la plastica, che nei nostri modelli si attesta intorno al 20% e che a differenza di altri costruttori non nascondiamo ma mettiamo in bella vista”.
Nell’impatto complessivo di ogni vettura, dunque, è la scelta di fondo dell’alimentazione a fare la differenza e da Dacia sottolineano come su un modello termico ‘puro’ l’elettrico – che è atteso anche nella Sandero di prossima generazione – permetta di abbattere il totale delle emissioni del 60%, ma non vanno dimenticate le possibilità offerte dalle altre tecnologie disponibili nella gamma del brand come il mild hybrid a 48 volt (-10%) oppure l’ibrido full o l’opzione gpl (-15%). Proprio quest’ultima alimentazione, ricorda Guido Tocci, Managing Director Dacia Italia, ha avuto dal nostro paese una spinta importantissima che ha convinto il Gruppo a scommettere sul Gpl: questa motorizzazione, aggiunge Michaud, “ormai è un pilastro del nostro brand, vogliamo continuare a proporla e sono in arrivo novità interessanti.
Restano per fortuna alte le aspettative per le altre opzioni tecnologiche “come l’ibrido che abbiamo lanciato con il Jogger e che riproporremo anche nel nuovo Duster. Un modello chiave per il quale – anticipa il managing Director Dacia all’Adnkronos – abbiamo già raccolto ordini in linea con le nostre aspettative, che sono alte: peraltro i primi contratti mostrano da una parte che si tratta per il 30% di nuova clientela e dall’altra che il 30% delle domande sono sull’ibrido 140 cavalli e sul mild a 48 volt della 130”.
Per noi – spiega Tocci – “è un dato nuovo che manda segnali molto incoraggianti, anche perché sull’anno pieno la tecnologia ibrida puo’ arrivare al 40% del totale”. Ma su questo – conclude – “viviamo una situazione abbastanza favorevole: assorbiamo le soluzioni di ricerca e sviluppo di Renault ma abbiamo il privilegio di poter scegliere quando adottarle: nel processo di transizione ecologica possiamo così adottare quanto l’investimento è già abbastanza ammortizzato così da mantenere un posizionamento dei prezzi concorrenziale”.