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Muro bipartisan per tenere Fiat in Italia

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Muro bipartisan per tenere Fiat in Italia

Sul fatto che il governo si debba adoperare «affinché Stellantis mantenga in Italia non solo la produzione, ma anche i settori di progettazione», maggioranza e opposizione si trovano sulla stessa lunghezza d’onda. No unanime, dunque, a possibili delocalizzazioni. L’ipotesi era stata fatta balenare tempo fa, tirando in ballo gli impianti di Mirafiori e Pomigliano d’Arco, dall’ad Carlos Tavares nel momento di massima tensione con l’esecutivo.

Sul tavolo la richiesta, da parte del gruppo, di congrui sussidi per lo sviluppo della mobilità elettrica. La risposta del ministro Adolfo Urso: il Governo supporterà solo le produzioni in Italia che dovranno tornare oltre un milione di unità l’anno.

«Quando l’attenzione si sposta su problemi concreti, i pensieri rigidi legati a posizioni ideologiche e faziose vengono meno, ed è quindi facile trovare una condivisione in aula. Nell’interesse del Paese, inoltre, non penso ci sia qualcuno che si opponga a contrastare possibili fenomeni di delocalizzazione», dichiara al Giornale Luca Squeri, capogruppo di Forza Italia alla Commissione attività produttive della Camera e responsabile del Dipartimento energia.

A Montecitorio, ieri, era in programma la discussione sulla mozione della maggioranza, poi approvata, riguardante le iniziative utili al rilancio del settore automotive (quasi 300 miliardi di fatturato nel suo complesso, il 18,1% del Pil) e per la salvaguardia dei livelli occupazionali (in tutto 5.500 imprese con 273mila addetti che salgono a 1,2 milioni se si include l’indotto). Il governo si è impegnato, tra i vari punti all’ordine del giorno, a promuovere misure di sostegno della filiera, se necessario con il potenziamento del «Fondo Automotive», destinando specifici supporti a progetti di riconversione delle imprese, allo scopo di accompagnarle nel processo di graduale transizione. È stata quindi espressa la volontà che l’Ue «incentivi non solo l’iter di decarbonizzazione, ma consenta una transizione sostenibile in termini sociali e industriali, prevedendo target realisticamente raggiungibili per il settore, e garantendo stabilità occupazionale e crescita in qualità e quantità del sistema produttivo». L’Italia, inoltre, dovrà essere posta al centro dei processi decisionali quale polo strategico per le infrastrutture e la transizione energetica.

Focus, poi, sui piani di sostegno alla domanda, con l’impegno a garantire aiuti alle famiglie meno abbienti allo scopo di accelerare il rinnovamento del parco circolante con veicoli dotati di motori a basse emissioni. La presa d’atto, infine, che nel 2030 sulle strade europee viaggeranno ancora il 70% di veicoli equipaggiati con motori endotermici. Da qui la necessità di sostenere, parallelamente allo sviluppo di un ecosistema per la mobilità elettrica, una strategia europea per i combustibili rinnovabili a basse emissioni di carbonio.

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