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MotoGP | Yamaha "ottimista" di riavere un team satellite nel 2025

La Yamaha è ancora al lavoro per tornare al vertice nel Campionato del Mondo di MotoGP. La Casa giapponese è determinata ad uscire dalla crisi che ha attraversato negli ultimi anni e per la quale nel 2024 riceverà dei vantaggi dal nuovo sistema di concessioni.

A tal fine, prima del Gran Premio delle Americhe, che si svolge questo fine settimana ad Austin, la Casa di Iwata si è assicurata il rinnovo di Fabio Quartararo, nonostante i dubbi che circondano la decisione, almeno fino alla stagione 2026.

Ma il marchio giapponese sa che è necessario qualcosa di più. Di conseguenza, la Yamaha sta intraprendendo una ristrutturazione interna, con l’ingaggio dell’ex ducatista Max Bartolini come nuovo direttore tecnico e la partenza di Lin Jarvis, che si ritirerà alla fine di questa stagione, come confermato dallo stesso leader britannico in una conversazione con Motorsport.com.

Tuttavia, un altro aspetto di cui si parla molto è il desiderio della Casa di tornare ad avere un team satellite che accompagni quello ufficiale ed aiuti a raccogliere dati per sviluppare la M1, come hanno fatto i rivali della classe regina. Una delle opzioni più chiacchierate è che la Pertamina Enduro VR46, di proprietà dell’ambasciatore Yamaha e leggenda Valentino Rossi, lasci il marchio di Borgo Panigale per passare all’azienda asiatica.

Ma Uccio Salucci, responsabile del team del nove volte campione del mondo, ha confermato a Motorsport.com che il suo obiettivo è quello di continuare il suo percorso attuale, cioè con la Ducati. Ciononostante, dalla Yamaha fanno sapere di essere “ottimisti” sulla possibilità di avere al più presto un team satellite, come ha confermato Lin Jarvis al sito ufficiale della MotoGP venerdì ad Austin.

“È chiaro che la nostra intenzione è quella di riportare quattro moto sulla griglia di partenza il prima possibile”, ha esordito Jarvis, in vista di quella che sarà una delle sue ultime operazioni come responsabile della squadra. “Non per essere più competitivi in una gara particolare, ma perché avere più moto sulla griglia significa avere più dati per aiutare lo sviluppo della moto. Penso che avere solo due moto sia sicuramente uno svantaggio. Quindi stiamo lavorando su questo, ci sono molte conversazioni, tutte riservate”.

“Non posso dire altro, ma solo che i nostri piani rimangono invariati. Siamo ottimisti sul fatto che riusciremo a portare questo team satellite sulla griglia di partenza il prima possibile, ma dovrete aspettare un po’, come noi”, ha continuato.

In seguito, Jarvis ha rifiutato di parlare di una scadenza esatta per la conclusione della vicenda, anche se ha citato il GP d’Italia (31 maggio-2 giugno) come probabile data di conclusione: “Non c’è una tempistica, ma credo che tutto dovrebbe essere risolto entro il Mugello. Di solito, è a giugno che si parla del futuro, che si fanno investimenti, che si fa qualcos’altro… Più o meno i tempi sono questi”.

Lin Jarvis

Jarvis si è poi soffermato sui piani per il futuro, che hanno convinto Quartararo a rimanere con il suo attuale progetto, puntando maggiormente sulle future aggiunte di capitale umano, come Bartolini: “Abbiamo in programma di tornare al nostro vecchio livello vincente. Siamo pienamente consapevoli di quanto siamo indietro rispetto a molte delle nostre rivali in questo momento. Sappiamo che dobbiamo cambiare molto il nostro approccio e, per farlo, in definitiva parliamo di persone più che di altro. Si tratta di competenze, di persone, di sistemi e del modo in cui lavoriamo, insieme agli investimenti”.

Infine, Jarvis ha ribadito l’impegno della Yamaha nei confronti della MotoGP e dei nuovi regolamenti, che entreranno in vigore tra tre anni, volendo fugare ogni dubbio su un improvviso abbandono in stile Suzuki: “Siamo impegnati in questo campionato, stiamo ultimando le discussioni sui regolamenti tecnici dal 2027 al 2031 e speriamo di firmare presto per la nuova era. Ma mancano solo tre anni, quindi abbiamo ancora molto lavoro da fare, molti arretrati da coprire, ma siamo sulla strada giusta”, ha concluso.

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