Maverick Vinales, Aprilia Racing Team
Maverick Vinales sta vestendo veramente alla grande i panni di Batman nel Gran Premio delle Americhe della MotoGP. Il weekend di Portimao si è chiuso in maniera sfortunato, con la rottura del cambio all’ultimo giro che gli ha negato la gioia del podio, ma in Algarve il portacolori dell’Aprilia sembra aver fatto un click che si è portato con sé ad Austin.
Il primo degli inseguitori, infatti, ha chiuso a ben 328 millesimi. Ma anche in questo caso non possiamo fare alto che i complimenti al pilota che ha firmato questo 2’01″192, perché si tratta di Pedro Acosta. Alla sua terza gara nella classe regina, il campione del mondo in carica della Moto2 andato a piazzare per la prima volta la sua GasGas Tech3 in prima fila. Dopo il podio di Portimao, lo “Squalo di Mazarron” sembra pronto per lottare già per qualcosa di importante.
Anche perché tra quelli che si è messo dietro c’è anche colui a cui tante volte abbiamo dato la stella di “Ranger di Austin”, ovvero Marc Marquez. L’otto volte campione del mondo ha vinto per ben sette volte su questa pista, considerata il banco di prova ideale per capire come procede il suo adattamento alla Ducati. E per ora non sembra che stia andando male, visto che la sua GP23 del Gresini Racing sarà la miglior Desmosedici in griglia, anche se il gap da Vinales è di oltre quattro decimi.
Poco male per Marc, che si è messo dietro un terzetto compatto di GP24 capitanato dal campione del mondo Pecco Bagnaia, che precede il compagno di box Enea Bastianini ed il leader iridato Jorge Martin, che ha vissuto una qualifica decisamente più travagliata del previsto.
A terra c’è finito anche il suo amico fraterno Aleix Espargaro, che ha perso l’anteriore della sua Aprilia alla curva 2 e alla fine si è dovuto accontentare del settimo posto. Tra le altre cose, va sottolineato che il pilota di Granollers ha deciso di prendere la strada di Vinales, visto che ha eliminato il codone con il diffusore in stile F1 da entrambe le sue RS-GP.
A dividere la terza fila con lui saranno altre due Ducati: quella griffata Pertamina Enduro VR46 di Fabio Di Giannantonio e quella con i colori del Prima Pramac Racing affidata a Franco Morbidelli. Per quest’ultimo comunque sembra evidente il progresso nella crescita del feeling con la GP24.
Qualifica complicata anche per Marco Bezzecchi, che non ha completato il secondo time attack a causa di una scivolata alla curva 1 con la sua Ducati. Il pilota della Pertamina Enduro VR46 avrà accanto Jack Miller ed Alex Marquez, che sono i due che hanno staccato il pass per le prime quattro file nella Q1. Va sottolineato che con l’ingresso del portacolori del Gresini Racing, tutte le Ducati sono nelle prime quattro file dello schieramento.
E’ stata una qualifica disastrosa quindi per le Case giapponesi, perché bisogna scendere addirittura fino alla 15° posizione per trovare la Yamaha di Alex Rins. Lo spagnolo è sprofondato nei problemi della M1 anche su una pista su cui l’anno scorso era riuscito nel vero e proprio miracolo di condurre alla vittoria la Honda.
Se non altro, si è tolto la soddisfazione di mettersi dietro il compagno di box Fabio Quartararo, che lo segue in 16° posizione e nel finale è anche incappato in una scivolata alla curva 1 nel tentativo di migliorarsi. Così come una caduta alla curva 11 è costata carissima a Brad Binder, perché il pilota della KTM, attualmente secondo nella classifica iridata, inizierà le due gare texane dalla 17° casella dello schieramento.
Nessuno però ha fatto peggio delle Honda, perché le RC213V completano la griglia nelle ultime quattro posizioni, alle spalle anche della GasGas Tech3 di Augusto Fernandez. La “Coppa Honda” l’ha vinta Johann Zarco, che ha preceduto Joan Mir, Takaaki Nakagami e Luca Marini, che ancora una volta si ritrova ultimo.
Un risultato pesante per il marchio dell’ala dorata, soprattutto se si guarda al passto recente perché, come detto, lo scorso anno Rins l’aveva condotta al successo su una pista che storicamente era stata amica con Marquez (8 successi in 10 gare). La moto, dunque, sembra aver fatto addirittura un passo indietro invece di quello avanti auspicato.