Il periodo era più o meno questo, ma del 2021, quando i principali quotidiani e agenzie diedero la notizia della vendita dello stabilimento Maserati di Grugliasco da parte di Stellantis. A ottobre 2021, visto che il rilancio del marchio del tridente italiano non andò come era stato previsto, si deciso di spostare la produzione dal grande complesso della Bertone, adattato e rimesso a nuovo per la produzione di lusso, a Mirafiori. I titoli dell’epoca erano eloquenti: “Stellantis smantella Grugliasco”, “Grugliasco, sarà chiuso lo stabilimento Maserati”, e così via. Nel 2021 a Palazzo Chigi, sulla poltrona del presidente del Consiglio, sedeva Mario Draghi da alcuni mesi, succedendo a Giuseppe Conte. Quel governo mantenne la maggioranza parlamentare del M5s di quella legislatura, rimasta in carica fino a luglio 2022.
Dichiarazioni sconnesse da quello che è stato il reale corso della storia dello stabilimento Grugliasco di Maserati, che è stato dismesso sotto un governo composto anche dal Movimento guidato da Giuseppe Conte, con una giunta comunale pentastellata guidata proprio dall’attuale deputato. Eppure, da parte di Appendino, questo dettaglio passa in secondo piano: “Il marchio Maserati incarna il blasone dell’auto di lusso in Italia: lo stop alla produzione a Grugliasco non può passare come una vicenda secondaria. Dal governo ci aspettiamo una presa di posizione netta. Ma almeno per ora, registriamo solo silenzi”.
Ipocrisia e memoria corta che da Fratelli d’Italia mettono in evidenza con una nota di Augusta Montaruli, deputato del partito di Giorgia Meloni: “L’inizio di questo processo è avvenuto mentre l’attuale deputato era ancora aggrappata alla sedia da Sindaco ma della sua azione contro Stellantis ovviamente nessuno ha memoria. Incredibile sentire proprio da lei un’accusa contro il ministro Urso ed il governo Meloni”. L’onorevole Montaruli, quindi, aggiunge: “Ci spieghi piuttosto perché non mosse un dito all’epoca. Oggi dovremmo solo e soltanto sentire da lei le scuse verso Torino, Grugliasco, il Piemonte e l’Italia intera. Il movimento cinque stelle al Governo accettò le conseguenze di una fusione che non teneva conto minimamente gli interessi del nostro territorio. La vendita di oggi è solo quella di un capannone già svuotato a suo tempo, tristemente pentastellato”.
Silvio Giovine, deputato di Fratelli d’Italia e membro delle commissioni Lavoro ed attività produttive, Commercio e Turismo, aggiunge: “Forse Appendino, al tempo sindaco del capoluogo piemontese, non ricorda che la notizia già circolava nei primi mesi del 2021, quando al governo non c’era il ministro Adolfo Urso, ma il Movimento 5 Stelle da ben tre governi e in una sola legislatura. Inutile dunque questo scaricabarile, che non trova fondamento nella realtà. Il governo Meloni, con l’operato del Mimit e del ministro Urso, è il primo ad aver posto la questione di un rilancio della produzione in Italia del gruppo Stellantis dopo un progressivo declino che durava da troppo tempo”.