Lettera aperta a Luca de Meo, ad di Renault
La proposta alla politica è di creare «aree economiche verdi» dove concentrare gli investimenti e gli incentivi (termine ricorrente quando si parla di elettrico, ndr) per la transizione energetica. La sfida è che nel 2030 il 55% delle vendite di veicoli riguarderà modelli elettrici (ora la quota è dell’8%) con forti benefici occupazionali. Non manca l’allarme Cina: il 4% delle auto elettriche vendute ora in Europa arriva, infatti, da Pechino. C’è poi Carlos Tavares, ad di Stellantis, che in una recente intervista al Sole24Ore, ricorda come «le decisioni che stiamo prendendo sono una conseguenza delle scelte di Bruxelles; dobbiamo gestire una transizione che non abbiamo deciso noi». Per poi ribadire la necessità di implementare un sistema di incentivi, vista anche la specificità del mercato italiano, al momento poco incline all’auto elettrica. La sintesi di Giuseppe Sabella, direttore del Centro studi Oikonova: «Si scaricano sulla Ue le responsabilità delle scelte “green”, ma quelle dei costruttori automotive sono maggiori»