Jeep Grand Cherokee 4xe debutta in Italia e, per chi non avesse mai conosciuto questo SUV o le sue versioni precedenti, va detto che si tratta di un'auto profondamente diversa dalle Jeep che noi italiani compriamo in gran quantità e apprezziamo, mi riferisco al successo di Renegade prima e alle ottime potenzialità di Avenger.
Le piccole di casa sono auto molto europee nell'impostazione, non solo in termini di dimensioni, ma anche negli interni che fanno a meno di quell'opulenza che invece troviamo in alcuni mezzi made in USA.
COMFORT E LUSSO
Nel corso della storia delle auto ci sono stati diversi modi di intendere il lusso o il “sub-lusso”, quel famoso segmento premium dove i prezzi erano sì alti, ma non da iperuranio, e dove l'attenzione ai dettagli è sempre stata mediamente più alta rispetto ad un allestimento top di un'auto del segmento “mass market”.
Semplificando all'estremo, ci sono due opposti. Il primo è il lusso minimalista, anche nel design, dove vediamo sì materiali pregiati, ma si punta verso la pulizia e l'eleganza delle linee e si lavora per sottrazione invece che per aggiunta. Alcuni produttori utilizzano questa filosofia anche nel design delle carrozzerie, dove il togliere linee, invece che aggiungerle, è più complicato e più costoso.
Gli interni di uno degli allestimenti di Grand Cherokee Summit
Jeep Grand Cherokee 4xe incarna proprio questo concetto, quello del lusso per addizione. Sulla Summit sembra di trovarsi a bordo di una limousine con pellame ovunque, anche nel tunnel centrale dove invece versioni più spartane (Trailhawk inclusa per motivi di praticità) sfoggiano una plastica rigida ben assemblata, ma non certo morbida… ed è giusto così su un'auto che sappiamo già sarà a suo agio tra terra e fango.
Ci sono tanti materiali, legno, pelle e scamosciato inclusi, e c'è quella contaminazione tecnologica fatta di schermi touch e LED, con il vantaggio rispetto ad altre produzioni del visibile sforzo di integrazione all'interno del cruscotto. Lo schermo dell'infotainment non vola “sospeso” nella parte alta ma resta al centro ed è inserito in una struttura che traccia linee di raccordo con la dashboard stessa. Così come la strumentazione, incastonata dietro al volante, o per il terzo display (del passeggero), ben nascosto nelle linee del cruscotto. Però ci sono tanti tasti… sopra, sotto, al centro, di fianco. E questo, forse, affolla un po' troppo l'abitacolo per i gusti moderni.
Ecco, quindi, la perfetta rappresentazione del modo di viaggiare americano, cullati da sospensioni morbide che assorbono tutto, da sedute grandi e ben imbottite, da finiture degne di un salotto e dallo spazio in abbondanza.
FUORISTRADA
Come fuoristrada, infatti, lei resta fedele alla tradizione Jeep. Non è la Wrangler, ma può trasformarsi in qualcosa di molto capace, pur abbandonando quel passato tipico dei fuoristrada nati dal mondo militare, con l'immancabile telaio a longheroni.
Lei sceglie una scocca autoportante che usa la tecnologia per diventare, all'occorrenza, un mezzo tutto terreno. Le sospensioni montano ammortizzatori ad aria in grado di alzare l'auto fino a creare una luce da terra di 28,7 centimetri, impressionante a vedersi.
La barra anti-rollio anteriore è scollegabile quando serve per dare alle due ruote l'articolazione necessaria in un twist particolarmente impegnativo. E poi c'è l'immancabile trazione integrale, qui utilizzabile anche in modalità elettrica perché il motore è a monte e non alle ruote di un singolo asse, oltre al differenziale posteriore elettronico a slittamento limitato.
Per avere il massimo bisogna prendere un allestimento con Quadra-Drive II, quello con l'eLSD, ma in tutti i casi lei resta una integrale permanente che, grazie ad una frizione, viaggia a trazione posteriore quando non servono le quattro ruote motrici.
PROVA SU STRADA
Farle tirare fuori i suoi 380 cv è facilissimo, ma alla prime curva stretta devo sudare un po' di più con i movimenti di sterzo e ricordarmi che sono pur sempre su un appartamento su ruote. Capisco quindi che è meglio farla viaggiare al trotto nel misto, viziandomi con l'enorme spinta di coppia solo sui rettilinei. E lei, in cambio, mi culla nel comfort più totale.
In attesa di riprenderla in mano per analizzare meglio i consumi, posso poi dirvi che almeno 30 chilometri in modalità EV sono garantiti e che il motore elettrico da 108 cv va più che bene per le esigenze urbane ed extra-urbane (arriva fino a 135 km/h), ma non contate su di lui per i sorpassi all'ultimo minuto. In quei casi, infatti, non ne ha abbastanza, e serve l'aiuto del termico: qualche istante di lag per bypassare la modalità “solo elettrica” ed ecco che il 4 cilindri interviene ruggendo e i due motori fanno scattare il dolce peso di questo mezzo come fosse un fuscello.
Buone le prestazioni anche quando la batteria si scarica completamente, consci del fatto che in tali circostanza lui non avrà tutta la potenza dichiarata perché si basa (quasi) solamente sul 2.0 benzina da 272 cv. Che comunque non sono pochi.
PREZZI E ALLESTIMENTI
La versione d'ingresso costa di più rispetto al passato, si parte da 82.000€. Ovvio che c'è un salto avanti in termini di tecnologia: qui ormai abbiamo la connettività completa (smartphone, Alexa, Google Home, app…) e tutti gli ADAS di Livello 2.
Limited parte da 82.000€, Overland costa 96.000€ e Summit arriva a 106.000€. Per chi cerca una soluzione finanziaria, l'offerta sulla Overland è di 799€ al mese per 4 anni dopo un anticipo di 29.200€. Inclusi nel prezzo ci sono 2 anni di manutenzione ordinaria e la fornitura e installazione della wallbox, visto che in Italia e in Europa il nuovo Grand Cherokee sarà disponibile solamente con l'ibrido plug-in.
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