Il futuro Renault tra la rete di ricarica propria e il riciclo di materiali
Un Salone che appare in declino, con tante defezioni e la leadership saldamente nelle mani dei costruttori auto francesi. Come Renault, che prima ancora dei nuovi modelli annuncia lʼintenzione di farsi da sé una rete per la ricarica dei veicoli elettrici. Quasi a voler dire che “se aspetto che si muovano le istituzioni facciamo notte!”. Quante volte lʼabbiamo sentita questa frase da genitori frementi, fidanzate e fidanzati impazienti, capouffici in astinenza da ordini? Così, per evitare che scenda la notte (e si spengano le luci per sobrietà energetica), entro la metà del 2024 Renault aprirà 200 impianti di ricarica rapida fino a 400 kW: 90 in Francia, 50 in Italia e 50 in Spagna, 10 in Belgio.
A gestire la rete sarà Mobilize, il nuovo brand per la mobilità elettrica del gruppo transalpino, che collocherà le stazioni di ricarica presso le concessionarie Renault situate a non più di 5 minuti di guida da unʼuscita autostradale. Scelta astuta, perché fuori dalle autostrade significa risparmiare sui costi di una concessione autostradale, e utilizzare poi le proprie concessionarie abbatte i costi ulteriormente. Ogni stazione sarà accessibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 per gli automobilisti di tutte le marche di auto ricaricabili, e sarà allestita con spazi di accoglienza, giochi per bambini e distributori automatici di bevande e snack.
“ Oggi facciamo un altro passo nel nostro storico impegno per lʼeconomia circolare”, ha detto il numero uno del Gruppo Renault Luca De Meo nel corso della conferenza. Dal 2024 Renault vuole arrivare a 4.500 tonnellate di materiali riciclati dalle batterie delle auto elettriche. Servono però investimenti e “The Future Is Neutral” ha chiamato a raccolta gli investitori esterni, lʼobiettivo è il cofinanziamento dei progetti per circa 500 milioni di euro. Perché un futuro ecosostenibile costa, e viene in mente il vecchio detto che “ senza soldi non si cantano messe”. Invece Parigi val bene una messa… cantata!