Il 2035 dell’auto elettrica e il rischio cortocircuito
C’è però il problema del rifornimento. Non proprio un’inezia. Molti sostengono che le colonnine sono poche. Il che è falso. L’Italia, infatti, ha il più alto numero di ricariche rispetto circolante di tutta Europa (21 ogni 100 auto elettriche). Ma c’è, purtroppo, un rovescio della medaglia: molte non funzionano ancora (colpa quasi sempre di problemi burocratici, servono 22 permessi per installarle e farle “partire”) e altre sono occupate abusivamente da vetture a benzina o diesel (abitudine solo italiana). Un bel problema a cui si aggiunge la questione autostrade, dove di colonnine non c’è nemmeno l’ombra. Tutta colpa di un famoso bando per le assegnazioni che non arriva. Sarà il 2023 l’anno buono?
Entrando nel campo della speranza dobbiamo tornare al prezzo delle auto elettriche perché non tutti possono permettersi di aspettare anni per recuperare l’esborso iniziale grazie al risparmio energetico. A migliorare le cose, purtroppo ancora in prospettiva, ci sono grandi numeri, la cosiddetta economia di scala che nel giro di poco tempo potrebbe abbattere i listini. Già, ma quanto tempo? Intanto, però, ci sono gli incentivi, recentemente potenziati. Basteranno? A vedere i numeri non sembrerebbe: la maggior parte, infatti, non sono stati utilizzati mentre le vendite di elettriche a ottobre sono crollate del 48%. Per fortuna nel resto d’Europa va diversamente. Non solo. In Francia cercano di andare anche oltre con l’idea del “leasing sociale” per le fasce più deboli della popolazione. La proposta? Cento euro al mese, ma anche meno, per tanti anni, quasi fosse una casa.
L’unica certezza resta soltanto una: dal 2035 in Europa potremo comprare solo auto elettriche. Sembra una data ancora lontana ma invece non lo è affatto. Per tutti noi e per l’industria inparticolare. Quindi, l’ultima risposta è sì. Proviamo a crederci a questa rivoluzione e informatevi bene…