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MotoGP | Bagnaia: "GP24? Potenziale enorme, ma non è tutto sotto controllo"

Pecco Bagnaia e la Ducati sono stati i mattatori del pre-campionato della MotoGP 2024, spaventando la concorrenza a suon di record polverizzati. Quando si è cominciato a fare sul serio, però, la musica è cambiato per il due volte campione del mondo in carica: tolta la bellissima vittoria conquistata alla domenica in Qatar, comandando praticamente dall’inizio alla fine, sono stati di più i bassi che gli alti per il momento.

Dopo i primi tre round della stagione, il piemontese si ritrova al quarto posto nella classifica iridata, già distanziato di 30 punti dal leader Jorge Martin. Questo fine settimana però si torna in pista a Jerez, dove lo scorso anno era già riuscito a ribaltare un momento non particolarmente esaltante, visto che era reduce dalle due cadute in Argentina e ad Austin, che lo avevano privato di un secondo posto e di una vittoria che sembravano praticamente in ghiacchio. Ecco perché si approccia alla trasferta andalusa con ottimismo, anche se è consapevole che la situazione è meno semplice di quanto possa sembrare.

“Sappiamo qual è il nostro potenziale e dove possiamo arrivare. La nostra performance ci può portare a vincere tutte le gare, quindi il nostro obiettivo è questo, ma dobbiamo ripartire da un po’ più indietro. Sappiamo che la situazione al momento è un po’ più complicata, perché non abbiamo tutto quanto sotto controllo. Però ad Austin abbiamo capito diverse cose che porteremo qui e secondo me potremo essere competitivi da subito”, ha detto Bagnaia ai giornalisti italiani subito dopo la conclusione della conferenza stampa che ha aperto il weekend del GP di Spagna.

Quello che sta tormentando sia lui che Martin è un fastidioso chattering del posteriore. Problema che non sembra colpire invece il compagno Enea Bastianini. Il guaio però è che anche a Borgo Panigale non sono ancora riusciti a capire perché il riminese ne sia immune.

Francesco Bagnaia, Ducati Team

Foto di: Gold and Goose / Motorsport Images

“E’ difficile da capire, perché io e Martin abbiamo molte vibrazioni, mentre Enea non ne ha, ma abbiamo dei set-up molto simili. E’ un qualcosa che sfugge anche ai tecnici, che non si danno una spiegazione del perché Enea fosse così veloce senza avere vibrazioni”.

Quel che è certo è che l’adattamento alla GP24 si sta rivelando più lungo di quanto si sarebbe aspettato: “E’ proprio una situazione da intendere. Con la GP22, anche se partivo ultimo, già da Portimao avevamo trovato la quadra e da lì in avanti praticamente non abbiamo più toccato niente. Invece con la moto dello scorso anno è stato tutto un po’ un rincorrere, anche se comunque ci ha fatto fare 15 podi e nelle gare in cui non sono andato a podio sono caduto. Diciamo che dipende molto dal feeling con la moto: questa ha un potenziale enorme, ma dobbiamo capire alcune situazioni”.

Ma c’è anche da dire che iniziare la stagione in salita è stato un leitmotiv anche dei suoi due titoli iridati: “Le due gare dell’anno scorso in cui non ho finito ero secondo e primo, mentre quest’anno sono stato steso che ero quinto a Portimao. La situazione è un po’ diversa, ma il potenziale è lo stesso, però dobbiamo capire come risolvere queste vibrazioni, che sono più complicate di quello che pensavamo. Credevamo di esserci riusciti in Qatar, perché alla domenica siamo andati molto più forte del sabato, ma evidentemente c’è bisogno di un po’ più di lavoro”.

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