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Formula E, a Wehrlein il primo ePrix della decima stagione. Maserati quarta con Günther

Il Messico è il paradiso della Porsche. Che a Puebla, nel 2021, aveva conquistato la vittoria in pista con Pascal Wehrlein, poi squalificato per una questione di etichettatura degli pneumatici. Il tedesco e il costruttore si erano rifatti nel 2022 sull’autodromo della capitale intitolato ai fratelli Rodriguez: primo lui e secondo il compagno di squadra Andrè Lotterer. Lo scorso anno si era imposto Jake Dennis (Andretti), al volante però di una Porsche 99X Electric Gen 3, la stessa con la quale Wehrlein si è aggiudicato nella serata italiana l’ePrix che apre la decima stagione. Più che un successo, è stato un trionfo, visto che che aveva dominato la SuperPole e messo al sicuro i primi 3 punti della stagione ancora prima della partenza. Gli altri 25 se li è assicurati in gara riuscendo accuratamente a evitare che qualcuno gli stesse troppo vicino. Solo Sébastien Buemi (Envision, scuderia cliente di Jaguar), il secondo delle qualifiche, gli è occasionalmente subentrato al comando, ma solo in occasione dell’attivazione obbligatoria degli Attack Mode per far lievitare la potenza delle monoposto elettriche da 300 a 350 kW. Il podio è stato completato dal vice campione del mondo Nick Cassidy (Jaguar Tcs), che ha guadagnato una posizione rispetto alla partenza. Maximilian Günther, terzo in griglia, è rimasto ai piedi del podio con la Maserati Tipo Folgore. Grazie ai piazzamenti di Jean Eric Vergne (sesto, 4 posizioni recuperate) e Stoffel Vandoorne (ottavo) con la DS Penske, il gruppo Stellantis è riuscito a entrare nella Top 10 con tre monoposto, come hanno fatto altri due marchi. La scuderia ufficiale Porsche ha perso Antonio Felix da Costa dopo appena due giri, mentre il costruttore può ritenersi almeno in parte soddisfatto con la nona piazza di Dennis (il britannico era quattordicesimo in griglia) e la decima di Norman Nato al volante dei bolidi che arrivano dalla Germania. Oltre a Buemi e Cassidy (suo il punto per il giro veloce), la Jaguar ha sistemato anche Mitch Evans in quinta posizione. Jake Hughes (Neom McLaren), settimo, è risultato così il solo “infiltrato” nella Top 10 con un powertrain differente, quello della Nissan, i cui piloti ufficiali – il rientrante Oliver Rowland e Sacha Fenestraz – sono rimasti esclusi dalla zona punti. Robin Frijns (Envision) ha dovuto ritirarsi dopo 7 giri, mentre Lucas di Grassi (ABT Cupra) si era fermato dopo 2 mentre il connazionale brasiliano Sergio Sette Camara (ERT) non aveva nemmeno potuto prendere il via: la sua monoposto è stata spostata dalla gru poco prima dell’accensione dei semafori. I quasi 40.000 spettatori che si attendevano strabilianti sorpassi si sono dovuti accontentare soprattutto dei cambi di posizione avvenuti in occasione delle deviazioni dalla traiettoria ideale per gli Attack Mode e del racconto del giro di pista dell’uomo più veloce del mondo, Usain Bolt, che venerdì aveva guidato il prototipo Gen Beta (evoluzione della Gen 3 in uso) schizzando da 0 a 100 orari in 2”89. “Campione una volta, campione per sempre”, aveva commentato uno sbalordito David Coulthard, già pilota di F1 e oggi commentatore tv. Nemmeno i due giri (37 in totale) aggiunti dalla direzione corsa in seguito all’ingresso della Porsche Taycan in pista, la safety car, per l’incidente di Frijns, hanno contribuito a movimentare la corsa, durante la quale, con poche eccezioni, si sono sostanzialmente cristallizzate le posizioni. La Formula E si sposta adesso in Arabia Saudita: il 26 e 27 gennaio a Diriyah, nei pressi di Riad, si disputano gli ePrix 2 e 3 del campionato. In quell’occasione si dovrebbe avere la certezza che l’inedita livrea esibita dalle monoposto Porsche in Messico sia collegata al debutto della nuova generazione della Macan, che sarà solo a zero emissioni. Il costruttore è anche al centro delle speculazioni sulla futura collaborazione della ABT, che ha celebrato la sua centesima gara in Formula E (47 podi finora). A fine campionato, in anticipo sui programmi, la squadra non sarà più cliente della Mahindra e potrebbe trovare in Cupra non solo uno sponsor, ma anche un “fornitore” sulla falsariga dell’intesa che la Formula E aveva trovato con Stellantis per accettare Maserati come costruttore, pur beneficiano della cooperazione con DS.

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