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Dodge Hornet, la prova dell'Alfa Tonale fatta per gli USA

Prodotta in Italia, non è destinata al mercato europeo. Monta un 2.0 benzina da 272 CV che da noi non è disponibile

dodge hornet, la prova dell'alfa tonale fatta per gli usa

Fino a qualche anno fa, prima dell’era Stellantis, nella gamma italiana dei brand FCA si contavano diversi “innesti” d’origine nordamericana. Veri e propri rebadging di modelli dell’universo Chrysler, come la Lancia Thema (Chysler 300), la Lancia Flavia (Chrysler 200 Cabriolet), la Lancia Voyager (Chrysler Voyager) e la più fortunata Fiat Freemont (Dodge Journey).

Con l’Alfa Romeo Tonale, invece, avviene l’inverso: è un modello italiano, questa volta, a venire adattato per il mercato nordamericano. O, meglio, a essere stato sviluppato parallelamente, visto che ha caratteristiche specifiche e uniche. Stiamo ovviamente parlando della Dodge Hornet, SUV compatto che dalle nostre parti non è ufficialmente in vendita (bisogna rivolgersi a importatori paralleli, come vediamo sotto) e che viene prodotto insieme alla Tonale nello stabilimento di Pomigliano d’Arco.

Ho avuto modo di provare la prima Hornet arrivata in Italia, importata da Fioravanti Motors, nella sua versione GT con un powertrain che dalle nostre parti non è disponibile e cioè un 2.0 turbobenzina da 272 CV, cambio a 9 marce e trazione integrale.

Dodge Hornet, gli esterni

Ovviamente non cambiano né le dimensioni né l’impostazione generale dell’auto, che sul mercato americano classificano la Hornet come SUV piccolo. Differenti sono invece le cosiddette “parti molli”, cioè i paraurti, in particolar modo quello anteriore. Il frontale, infatti, è tipico del marchio americano, con una grande bocca aperta verso il basso e altre prese d’aria posizionate sul cofano motore.

Sulla fiancata spicca, in rilievo, un’aggressivissima vespa che, in americano, si dice appunto “hornet”.

Inediti i cerchi in lega, che vanno da 17 a 20 pollici, e dietro il LED a tutta larghezza perde i tre elementi agli estremi ma guadagna un badge illuminato.

Dodge Hornet, gli interni

Anche in questo caso le modifiche sono di dettaglio. Sul volante della Dodge Hornet sparisce il pulsante d’avviamento, sostituito dal tasto per la modalità di guida Sport, e si sposta sul tunnel, dove sulla Tonale c’è il selettore DNA. La strumentazione digitale da 12,3″ non ha la sagomatura a cannocchiale e, chiaramente, alla base del selettore del cambio non c’è più la piccola bandiera italiana.

Le bocchette dell’aria sono esagonali e non più circolari e, sulla plancia, non c’è l’inserto con retroilluminazione personalizzabile. L’ambiente dunque perde un po’ quel tono premium che caratterizza l’italiana ma non rinuncia alla sportività, con sedili profilati e con logo sul poggiatesta, e alla tecnologia, con sistema d’infotainment UConnect 5 da 10,3″ dotato di connettività wireless. Stessa abitabilità della Tonale per i posti dietro e medesima capacità di carico, con un bagagliaio che parte da 500 litri.

Dodge Hornet, come va

La posizione di guida dell’Alfa Tonale è pressoché perfetta per la sua categoria, dunque la Hornet non fa eccezione. Già da ferma riesci dunque a prenderci confidenza, e quando poi la guidi per le prime decine di metri ne hai conferma. Merito della reattività dello sterzo, punto di forza della Tonale, che rende la Hornet diretta e genuina.

Rispetto all’italiana, però, la Dodge può vantare un powertrain che punta più sulle prestazioni. Il 2.0 quattro cilindri turbo sprigiona 268 horsepower, come dicono Oltreoceano, cioè 272 CV, e una coppia massima di 400 Nm. Quanto basta per schizzare da 0 a 100 km/h in appena 6 secondi e mezzo.

Il cambio automatico è diverso dalle unità europee ed è un 9 rapporti, così come è diversa la trazione integrale. Se dalle nostre parti l’unica Tonale a quattro ruote motrici è la plug-in, con motore elettrico sull’asse posteriore, la Hornet vanta una trazione integrale meccanica con albero di trasmissione e differenziale autobloccante Haldex. A proposito, c’è anche un differenziale elettronico anteriore a slittamento limitato.

L’assetto Koni Frequency Selective Damping varia la risposta degli ammortizzatori in funzione del percorso, agendo idraulicamente sul controllo del flusso dell’olio all’interno dello stelo a seconda della frequenza della sollecitazione. Volendo è disponibile anche un assetto a controllo elettronico per impostare due tarature, una più confortevole e una invece più rigida e sportiva.

La Hornet sfoggia un inserimento preciso, un’ottima tenuta di strada e un comportamento vivace e coinvolgente. Il 2.0 turbo spinge bene e suona anche come si deve: mi ha strappato un sorriso più di una volta. Con la trazione integrale, poi, si rivela agile e sembra più leggera. Unica pecca? Peccato che non ci siano i paddle al volante in alluminio: sarebbe stato più divertente poter intervenire in modo rapido sulla trasmissione.

Davvero molto efficace la frenata, che è di tipo by-wire e che può essere potenziata con le pinze Brembo ventilate a quattro pistoncini. Queste sono già di serie sulla R/T, cioè l’ibrida plug-in che, come la Tonale PHEV, vede un 1.3 turbo abbinato a un motore elettrico posteriore (alimentato da una batteria da 15,5 kWh, per 56 km di autonomia) per un totale di 285 CV e 520 Nm e un’accelerazione 0-100 km/h di 6,1 secondi. Questa potenza, però, si raggiunge solo utilizzando la funzione PowerShot: per 15 secondi si può ottenere una extra-spinta di 25 CV.

Dodge Hornet, come averla e quanto costa

Negli States, la Hornet ha un prezzo base di circa 30.000 dollari. Al cambio attuale sarebbero circa 29.000 euro ma i listini americani sono diversi da quelli europei per una diversa logica fiscale e, dunque, non strettamente paragonabili. In Italia, come dicevamo, la Hornet non è ordinabile in maniera ufficiale e, dunque, chi la desidera può rivolgersi alle aziende che fanno importazione parallela, come per esempio Fioravanti Motors che ha sede a Castelmassa (RO) e che ci ha messo a disposizione la “sua” Hornet per la realizzazione di questa prova.

Il prezzo finale deve tenere conto non solo delle spese di trasporto, su biscarca e su nave, ma anche i costi di intermediazione, i dazi, l’adeguamento alle normative europee, l’IVA e l’immatricolazione italiana. La Hornet del nostro video, dunque, ha un prezzo di 59.000 euro.

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