Jaguar

Motori

Con Jaguar TCS alla scoperta della Formula E

Cos’è la Formula E? Può essere vista come una delle tante formule, o se preferite categorie, dell’automobilismo. Qualcuno l’ha ribattezzata come la Formula del futuro, immaginando di vedere un giorno solo corse con auto elettriche. Qualcun altro parla invece di laboratorio per lo sviluppo della mobilità elettrica.

Già, perché quello che balza all’occhio fin da subito, o forse all’orecchio, è che chiunque di noi abbina il motorsport ad un evento di velocità decisamente rumoroso. La storia ce lo dice, dalla prima gara che l’enciclopedia ci dice sia stata organizzata il 16 luglio 1878 con due veicoli a vapore su un percorso di 200 miglia circa negli Stati Uniti. Velocità significa un mix di potenza e controllabilità dell’auto, e zero compromessi su tutto il resto, rumore compreso. Ed è così che il suono del motore è entrato prepotentemente nel nostro immaginario collettivo. Auto, moto e camion, ma anche trattori agricoli, quando accelerano possono scatenare un numero di decibel tali da crearci scompensi fisici, e nello stesso tempo magari farci innamorare.

La Formula E è l’esatto contrario. Non è un rombo ma è un sibilo, non è la terra che trema ma è la monoposto che fende l’aria. La Formula E è la ricerca dell’ottimizzazione e dell’oculatezza, in un mondo che non ha lo stesso budget delle macchine di Formula 1, ma che crede fermamente in quello che fa.

con jaguar tcs alla scoperta della formula e

Jaguar TCS Racing

La Formula E con Jaguar TCS

La Formula E è direttamente connessa all’industria automobilistica. Ce l’ha spiegato in maniera semplice e chiara James Barclay, Team Principal di Jaguar TCS Racing, uno che la Formula E l’ha praticamente vista nascere. La Formula 1 di oggi utilizza materiali e tecnologie che arrivano direttamente dal settore aerospaziale. La ricaduta sul settore automobilistico è praticamente destinata alle supercar, ed in minima parte sulle auto di tutti i giorni, se non dopo decenni. La Formula E, proprio per come è stata pensata, è più concentrata sul software. E’ il software che gestisce parte delle prestazioni e deve essere ottimizzato per poter utilizzare al meglio l’energia delle batterie fino all’ultimo metro della gara. Ma alla fine si tratta di un software, che in breve tempo, e dopo le opportune modifiche, può essere installato sulle auto elettriche già in commercio.

Le vetture di Formula E vanno piano? Assolutamente no. Per dare l’idea delle prestazioni, la Jaguar I-TYPE 6 in gara in questo campionato “brucia” lo 0-100 km/h in 2 secondi, potendo contare su un motore che a seconda dei momenti della gara sprigiona dai 400 ai 470 cv, con un peso di soli 800 kg. Il tutto da gestire con l’autonomia dettata dalle batterie.

A questo punto viene da pensare che non è un caso che i circuiti della Formula E siano cittadini, e quindi pieni di curve e strettoie. Se devono essere vicini all’esperienza “reale”, allora le condizioni sono perfette. Come quelle presentate dall’E-Prix di Roma nella zona EUR, con le sue 19 curve e i suoi 3,385 chilometri di superfici irregolari, ondulate e sopraelevate, è esattamente il tracciato utilizzato nei giorni feriali per gli spostamenti da una parte all’altra della capitale. Tra l’altro, pare proprio che i pendolari romani dovrebbero prendere in considerazione una Jaguar, visto che ogni anno il team inglese vince proprio nel circuito di Formula 1 a Roma. Una battuta, ovviamente, ma che dà l’idea del feeling tra la scuderia e la città eterna.

con jaguar tcs alla scoperta della formula e

Jaguar TCS Formula E

Proprio sulle strade di tutti i giorni, i piloti si sfidano e si danno battaglia fino all’ultima curva. In realtà ho scoperto che ce ne sono altri, dietro le quinte. Ma dove di preciso? Si “nascondono” nelle sedi principali delle scuderie. Attenzione, perché ora si apre uno scenario degno di un film di fantascienza. Tutti i dati delle monoposto vengono raccolti ai box ed inviati in tempo reale presso la sede del team, che per Jaguar TCS è a Coventry. Qui vengono utilizzati appunto da altri piloti che utilizzano un simulatore per prevedere le condizioni del resto della gara. Fino a che punto può essere utilizzato uno stile aggressivo? E’ meglio invece adottare su quel determinato circuito una tattica più prudente, sperando che gli altri rimangano con una batteria non sufficientemente “carica” per battagliare? Domande che hanno una risposta quasi immediata, riferita direttamente al pilota che sta correndo. Affascinante vero?

La Formula E non è uno sport facile, le variabili sono tante e le restrizioni anche. Ed aggiungiamo che, difficoltà nella difficoltà, esiste un solo tipo di pneumatico per tutta la stagione. Non ci sono cambi gomme, non ci sono tattiche sulle slick o sulle rain. Parte delle questioni che attanagliano la Formula 1 qui non esistono, ed è tutto sulle spalle dei piloti e dei team.

con jaguar tcs alla scoperta della formula e

Ma c’è un altro aspetto che non è secondario. Chi ama davvero il motorsport deve sapere che in Formula E i piloti vengono pagati. Si, non ci sono piloti che arrivano con il loro carico di sponsor a determinare chi occuperà la monoposto. Una stortura che nella Formula 1 ha fatto danni incalcolabili, con bravi piloti che hanno dovuto rinunciare al proprio sogno per colpa di qualche “figlio di papà”.

Chi è più bravo vince, punto e basta. Ed il più bravo arriva primo al traguardo con lo 0,0% di batteria. Vi sembra poco? La prossima volta che passate dall’EUR, provate a pensarci.

TOP STORIES

Top List in the World