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Carburanti: i prezzi tornano a salire. Ma il bonus per i redditi più bassi resta in stand by

carburanti: i prezzi tornano a salire. ma il bonus per i redditi più bassi resta in stand by

Carburanti: i prezzi tornano a salire. Ma il bonus per i redditi più bassi resta in stand by

Prezzi di benzina e diesel di nuovo in risalita da giorni, mai così cari negli ultimi sei mesi. A causare i rialzi una combinazione di fattori, in primis geopolitici, dall’acutizzarsi della crisi in Medio Oriente e del conflitto russo-ucraino ai tagli imposti da cartello Opec+ a fronte di una domanda sostenuta. Così l’asticella del prezzo medio nazionale per la benzina in modalità self viaggia, secondo l’ultima rilevazione dell’Osservatorio prezzi del Mimit, a 1,916 euro/litro (1,915 il valore precedente), mentre per il diesel, sempre in modalità self, è 1,813 euro/litro (rispetto a 1,814). Sul servito per la benzina il prezzo medio praticato è 2,053 euro/litro (2,051 la rilevazione precedente), quanto al diesel l’asticella è stabile a 1,954 euro/litro.

Insomma, la curva è tornata a a salire con i prezzi del Brent che sono aumentati dall’inizio dell’anno di oltre 15 dollari, arrivando a superare i 90 dollari al barile, di cui solo 9 nell’ultimo mese. «All’aumento del prezzo del grezzo – ha sottolineato il presidente dell’Unen, Gianni Murano, sulle colonne del Sole 24 Ore – hanno fatto seguito gli aumenti dei prezzi dei prodotti raffinati sui mercati internazionali che scontano, soprattutto per la benzina, la crisi delle raffinerie russe danneggiate nel conflitto e il conseguente blocco alle esportazioni imposte da Mosca anche verso quesi paesi che non hanno messo embarghi». E a questi rialzi si aggiungono, ha ricordato Murano, anche quelli delle quotazioni Platts Cif Med della benzina – il mercato internazionale dei carburanti – cresciute di oltre 11 centesimi euro/litro (tornando molto vicini ai valori massimi del 2022), di cui circa 7 solo nell’ultimo mese. Con inevitabili ripercussioni, quindi, sul costo alla pompa.

Prezzi di nuovo in crescita, ma lontani dai picchi di 2,3o euro che, come si ricorderà, spinsero il governo Draghi a intervenire con un taglio delle accise. Ipotesi che, invece, almeno per ora, è stata esclusa dall’attuale esecutivo come ha ribadito, in un question time alla Camera nei giorni scorsi, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. E ancora prima era stato il titolare dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a spiegare che il governo non ha in cantiere per ora alcun intervento ad hoc.

La contro misura, come noto, esiste ed è la norma sulle accise mobili, inserita nel decreto carburanti del gennaio 2023, che apre la strada a un taglio delle accise che gravano su gasolio e benzina al verificarsi di determinate condizioni: in particolare, la riduzione dell’accisa scatterebbe quando il prezzo dei carburanti supera il prezzo medio del bimestre precedente rispetto al valore di riferimento, espresso in euro.

Per ora, dunque, non ci sarà alcuna calmierazione. Ma resta un altro nodo da sciogliere su questo fronte che riguarda il bonus carburante, introdotto, come si ricorderà, a inizio anno grazie a una convenzione firmata a fine gennaio dall’Unem e dalle altre associazioni di settore econ il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Grazie a quell’accordo gli aderenti si impegnavano a promuovere presso le proprie associate l’applicazione di una scontistica sui prezzi praticati a favore dei possessori della social card “Dedicata a te”, la tessera elettronica per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità e destinata a persone con Isee fino a 15mila euro.

Così alcune compagnie hanno cominciato ad applicare i ribassi ai possessori della social card. L’ha fatto, per esempio, l’Eni applicando lo sconto dal 29 gennaio su oltre 3200 punti vendita della rete: un taglio di 40 centesi di euro al litr per le erogazioni in servito e di 20 cent per quelle in iperself. La convenzione però è scaduta lo scorso 15 marzo e il bonus al momento è in stand by.

Per farlo ripartire, si lavora a una nuova convenzione tra ministero e operatori che consentirà il rinnovo dell’agevolazione. Il cui finanziamento dovrebbe essere assicurato dai fondi, contenuti nella legge di bilancio e pari a 600 milioni, che serviranno ad assicurare il prosieguo dell’operazione social card anche nel 2024. Anche su questo fronte, però, servirà un ulteriore step: un decreto interministeriale (Agricoltura, Imprese, Lavoro ed Economia) che dovrà stabilire l’esatta ripartizione delle risorse.

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