Sono brutti, bruttissimi. Niente che dia l’idea di una F1, avvicinando le monoposto a dei prototipi con le ruote coperte. I paraspruzzi che la FIA sta sperimentando a Fiorano in collaborazione con la Ferrari non sono altro che delle carenature in carbonio delle gomme che sono state pensate per studiare qual è effettivamente la portata d’acqua che genera uno spray tale da rendere pericolosa la guida di chi segue una monoposto a causa della limitata visibilità.
Arthur Leclerc su Ferrari F1-75 con i paraspruzzi chiusi lateralmente
Foto di: Alessando Stefanini
Arthur Leclerc su Ferrari F1-75 con paraspruzzi, Oliver Bearman su Ferrari SF-24
La FIA aveva svolto un primo test a Silverstone l’anno scorso dopo il GP di Gran Bretagna e i risultati emersi erano stati disastrosi. Lo staff tecnico diretto da Nikolas Tombazis ha voluto effettuare un secondo esperimento partendo da basi meno empiriche e più scientifiche.
Lecito domandarsi quanto il muro d’acqua possa essere generato dalle gocce sollevate dalle gomme e quanto, invece, dal diffusore posteriore. A giudicare dalle immagini che abbiamo pubblicato in mattinata, viene da pensare che l’acqua risucchiata dal fondo per l’effetto suolo che viene poi… sparata dall’estrattore sia decisamente maggiore di quella che viene contenuta dai paraspruzzi.
Il “cestellone” sulla gomma ha un secondo impatto negativo: è ancorato al mozzo della ruota, per cui il pit stop veloce in gara sarebbe impossibile.
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