Mercedes in retro sul green torna a puntare sulla benzina
Sia Källenius sia tanti altri capi azienda del settore, lautamente retribuiti, dalle cui decisioni dipende il futuro di centinaia di migliaia di famiglie e di buona parte dell’economia dei rispettivi Paesi, hanno capito con colpevole ritardo di aver sottovalutato il peso fondamentale del mercato e delle sue scelte.
A questo punto, passo indietro: avanti con i motori endotermici di ultima generazione e via la data del 2030 che fissava il passaggio al «tutto elettrico». Tutti messaggi diretti anche all’attuale esecutivo di Bruxelles che ha imposto di stoppare produzione e vendite di veicoli tradizionali nel 2035. Källenius si giustifica, come riporta Bloomberg, sostenendo che «la trasformazione potrebbe richiedere più tempo del previsto». Sul successo delle gamme elettriche EQE ed EQS il gruppo aveva puntato molto allo scopo di migliorare i profitti.
Per farsi belli ci sono costruttori europei che hanno fatto a gara per annunciare la «scossa» molto tempo prima dell’imposizione Ue. E ora? A regnare sono incertezza e confusione, insieme alla consapevolezza – dura da digerire – di aver investito fiumi di miliardi senza considerare possibili cambiamenti di scenario dettati da varie ragioni.
I rivali cinesi, intanto, in questo scenario ci sguazzano: da una parte, hanno iniziato a introdurre in Europa veicoli non più solo elettrici, ma anche endotermici; dall’altra, assistono alle divergenze sul via ai dazi Ue nei loro confronti.