Autovelox Cadoneghe, è ufficiale: multe annullate. Al comune costerà caro
L’atto di vandalismo nei confronti di quel determinato autovelox a Cadoneghe attirò l’attenzione delle forze dell’ordine che scoprirono che il rilevatore in questione non era a norma. A rimanere coinvolti in un procedimento penale il Comandante dei vigili e un agente.
Ora si è finalmente messo un punto alla vicenda. Ecco com’è andata a finire.
Per mettere un punto alle vicende dell’autovelox di Cadoneghe il giudice ha confermato l’annullamento di due sanzioni emesse nei confronti di una residente di Ballò (multata dall’autovelox irregolare) e ha condannato l’amministrazione del comune padovano al pagamento delle spese processuali. Dopo la sospensione del pagamento delle sanzioni ottenuta precedentemente, l’automobilista di Mirano non dovrà più pagare le multe ricevute sulla strada provinciale 307 a Cadoneghe, in direzione Castelfranco-Padova. “É sempre stato evidente per noi che fosse un dispositivo posizionato senza consentire agli utenti adeguata informazione” spiega l’avvocato Stefano Tigani che, insieme al collega Piero Coluccio, ha seguito il caso.
“Il giudice, prima di decidere nel merito, aveva chiesto la sospensione del provvedimento e quindi del pagamento, in modo da poter valutare al meglio la questione. Se non fosse stata approvata la sospensione la signora avrebbe dovuto comunque pagare la multa, ma la sentenza ha confermato l’annullamento di tutte e due sanzioni dando pienamente ragione a noi”. La sentenza è andata però ben oltre: il Comune di Cadoneghe, infatti, aveva deciso di costituirsi parte civile sostenendo che le multe fossero regolari “ma la tesi da loro avanzata non è stata accolta e il Comune sarà dunque costretto a pagare anche le spese processuali – sottolinea l’avvocato Tigani -. Se non si fossero costituiti in giudizio sostenendo la bontà della multa, non avrebbero dovuto pagare. E invece ora dovranno anche sostenere le spese. Siamo quindi molto soddisfatti di come sia andata a finire, devo dire che comunque era talmente evidente l’irregolarità che non lasciava spazio ad altra soluzione”.
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In collaborazione con Moto.it