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Alfa Romeo Giulia Sprint GT, i primi 60 anni di un'icona

Sulle spiagge italiane l’estate non molla la presa, mentre gli irriducibili bagnanti si dilettano ancora in twist folli a due passi dall’acqua, incurvando le gambe e sprizzando felicità a grappoli. Intanto, l’autunno a Francoforte sul Meno è già scoppiato. Il vento soffia via i sogni della stagione più calda, facendo scontrare il desiderio con la realtà fatta di scadenze e impegni, al pari delle promesse di un nuovo anno. Il calendario segna la date del 9 settembre del 1963 e la grande città della Germania viene popolata dalla tribù dell’auto, perché va in scena una delle kermesse più importanti del settore: il Salone di Francoforte. Allo stand dell’Alfa Romeo risplende nella sua elettrizzante vernice rossa come la passione, la nuova sportiva firmata dalla carrozzeria Bertone.

Si chiama Giulia Sprint GT e fa vibrare ogni corda del cuore, grazie alle sue linee così sinuose e alle sue proporzioni eleganti. Il papà di questa macchina è Giorgetto Giugiaro, un vero fuoriclasse con la matita in mano, autore di un ennesimo capolavoro all’interno di una carriera come poche altre. Sono passati già sessant’anni da quel momento, ma la capacità della piccola Alfa di incantare il prossimo con la sua sobria aggressività è ancora intatta.

Un’opera d’arte

Nel grande libro dell’Alfa Romeo, la Giulia Sprint GT ha una particolarità tutta sua: lo “scalino”. Questa parola ha una dirompenza paragonabile a quella del “Duetto” legato alla Spider, perché evoca emozioni e sensazioni intense. Quel piccolo dislivello che Giugiaro ha confezionato tra il cofano e la mascherina, sono un tratto distintivo di grande personalità. Questa soluzione non nasce esclusivamente per un vezzo estetico, ma per dare fiato a un motore brillante e vivace, come vuole la tradizione del Biscione.

alfa romeo giulia sprint gt, i primi 60 anni di un'icona

Alfa Romeo Giulia Sprint GT, guarda la gallery 3

Quel pezzo di lamiera funge da scrigno contenente un tesoro che è proprio quell’esuberante propulsore dalla sinfonia magica. Nel dettaglio si parla di un 1.6 litri da 106 CV a 6.000 giri, che permette alla sportiva italiana di oltrepassare i 180 km/h di velocità massima. La sua bellezza non è soltanto legata alla strada e al coinvolgimento che sa dispensare a chi siede al volante, perché l’arte è anche visiva e basta prestare una rapida occhiata al coperchio valvole sotto il quale armeggia una coppia di alberi a camme, simili a quelli un’auto da corsa, per restarne ammaliati.

alfa romeo giulia sprint gt, i primi 60 anni di un'icona

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Infine, il posto di guida sportivo è simile a un trono del comando con la corta leva del cambio, dagli innesti precisi e immediati, che sa far immergere il fortunato pilota in una girandola di eccitazioni, che invitano ad accelerare e disegnare audaci traiettorie su tratti misti e veloci, dove la tenuta di strada mostra il suo lato migliore. Una concezione dell’auto tremendamente emotiva figlia del suo periodo storico e della voglia dell’Alfa di primeggiare in questo campo legato ai sensi.

L’Alfa Giulia Sprint GT, corre e vince

Il mito di quest’automobile, inossidabile in ogni sua forma, è legata anche all’attività sportiva. La Giulia Sprint GT porta l’Alfa Romeo a primeggiare in ogni tipo di avventura, dalle gare di turismo, alle corse in salita e persino nei rally. L’inarrestabile coupé di Arese è affilata come una spada e si impone con grande spavalderia grazie a piloti che sono entrati con merito negli annali del motorsport. Parliamo di talenti del calibro di Andrea De Adamich, Spartaco Dini, Ignazio Giunti e Teodoro Zoccoli. Uomini che hanno mostrato una devozione totale nel traghettare il quadrifoglio sul gradino più alto del podio. La versione GTA (Gran Turismo Alleggerita), allestita dalla mitica Autodelta, è un concentrato di leggerezza e potenza implacabile per ogni avversario dell’epoca.

Un successo prolungato

L’Alfa Romeo Giulia Sprint GT originale, prodotta dal 1963 al 1966, veniva lanciata nell’orbita di mercato a un costo di 2 milioni e 195 mila lire. È stata prodotta in quei quattro anni in oltre 22.000 unità, prima di lasciare il passo alle sue evoluzioni come la Coupé 1600 Sprint GT Veloce e la sorellina 1.3 GT Junior. Oggi, le quotazioni di questa sportiva col Biscione dipinto sul petto hanno raggiunto delle cifre elevante, come tante altre vetture da collezione firmate dalla Casa di Arese. La passione però non si ferma e sono in tanti coloro che desidererebbero mettere questa gemma nel proprio garage. E se ne intuisce il motivo.

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