Forse è questo ciò che quelli che la vedono lunga (perché vengono da più lontano nel tempo ed hanno esperienza) definiscono Verstappen un pilota old style oppure old school (fa lo stesso). Max è uno tra gli attuali protagonisti del Mondiale meno inclini(per non dire l’unico) a mandare giù a fatica la modalità politicamente corretta (ma ormai al limite della burocrazia applicata al motorsport) della Formula Uno. Certo, neppure lui è… senza macchia ma il suo modo di correre resta molto lontano dalla visione della cabina di regia del Mondiale. E dal nostro punto di vista gliene diamo merito, permettetecelo. Se nelle due ultime stagioni ci sono state poche occasioni di rilevarlo è stato semplicemente perché Max in tempi recenti è stato quasi perennemente fuori dalla mischia. O meglio al di fuori, davanti. Non a caso, per trovarlo coinvolto in incidenti clamorosi e controversi di massima rilevanza bisogna tornare al 2021, l’anno del suo primo titolo iridato al termine di una sfida durissima con Lewis Hamilton. Come dimenticare la Red Bull “in groppa” alla Mercedes alla Prima Variante di Monza, sul finire di un’estate bollente iniziata solo poche settimane prima con il contatto tra i due al primo giro del GP d’Inghilterra, con Verstappen violentemente contro le barriere della curva Copse?
Non facciamoci illusioni.Aspettiamoci invece una bella stretta di mano a favore di telecamere, macchine fotografiche e smartphone al via del weekend del Gran Premio d’Inghilterra, il prossimo fine settimana. Solo loro, Lando e Max, Max e Lando, sapranno al tatto se la stretta stessa sarà sincera e sentita oppure freddina e sprezzante. Regolandosi di conseguenza, che significa affrontarsi di nuovo in pista (perché la F.1 è tecnicamente una scienza esatta) e incrociare le traiettorie con una consapevolezza nuova e – ne siamo certi – con il rispetto (sportivo almeno) richiesto dalla missione. Siamo di fronte ai migliori due – attualmente – tra i soli venti esseri umani che fanno quella cosa lì ogni quindici giorni. O anche meno. Welcome To Silverstone!
È con ogni probabilità finita un’amicizia, è sicuramente iniziato un dualismo che – lo speriamo – agiterà il resto della presente stagione e oltre. Max e Lando, Lando e Max: fino all’anno scorso i due si limitavano ad “incidenti” ben più innocui ed ornamentali, tipo infrangere artistici vasi di ceramica sul podio (l’anno scorso in Ungheria). Adesso a saltare sono equilibri ancora più delicati e complicati: quelli ben più impalpabili, sottili ma decisivi del carattere, della personalità, dell’ambizione soprattutto. La responsabilità finale dell’incidente che ha consegnato a George Russell la vittoria nel Gran Premio d’Austria è assodata, largamente sotto gli occhi di tutti (e timbrata dalla Direzione di Gara di Spielberg) ma non è finita qui. Al netto (s’intende) di pericolose e tra l’altro già imminenti voglie di rivincita che spetta a chi di dovere (nelle rispettive squadre) incanalare “virtuosamente”, visto che da queste parti si gioca sul filo dei trecento all’ora e in gioco c’è ben altro che l’integrità di una coppa più o meno preziosa.