Un film a tutta birra dai videogame alla realtÃ
Una volta si parafrasava che la classe operaia va in paradiso, oggi si passa più disinvoltamente dal volante che arriva su Amazon per esibirsi sulla consolle a quello reale delle Gran Turismo. Nella fattispecie è Nissan a trovare l’escamotage, furbo come ogni forma di pubblicità e qui i vari mondi – cinema, finzione, realtà e quotidianità – sembrano fondersi. Il protagonista, oggi 32enne, che si è prestato per fare la controfigura di se stesso, conserva un palmares modesto – il risultato più prestigioso è appunto un terzo posto a Le Mans – ma sintetizza bene quel confine tra realtà e fantasia che tanto ha intrigato il regista.
Ne esce un film che ha l’indiscussa speranza nascosta di fare dell’automobilismo quello che la settima arte ha fatto del pugilato, cioè la disciplina più cinegenica che si possa immaginare ma, in questo caso, l’obiettivo sfuma. Troppo uguale ad altri titoli sullo stesso argomento, non ultimo quel Le Mans ’66 – La grande sfida con Matt Damon e Christian Bale. Leggero quanto basta per far fuggire via oltre due ore a gran velocità ammiccando qua e là al pubblico più giovane, coinvolto e intrigato, al quale è lasciata la speranza – o forse l’illusione – di essere ammessi alla Gran turismo Academy, ovvero la scuola per passare dall’abitacolo di casa a quello della macchina. Tutto è un gioco e si arrotola su se stesso. Già, speranza o illusione…