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Toyota Supra

Toyota Supra IV, l'ultima "originale"

La quarta serie della Toyota Supra è ancora quella più emozionante. Motore sei cilindri turbo e nove anni di carriera dal '93 al 2002

Pur essendo in commercio dal 1978, la coupé Toyota Supra raggiunge la piena maturazione soltanto tra la fine degli Anni ’80 e il decennio successivo, quando interrompe ogni legame con la Celica e diventa un modello a sé stante. Per circa un decennio, infatti, Toyota ha utilizzato questo nome per la variante top di gamma della Celica, inizialmente distinta soltanto dall’allestimento e poi gradualmente anche da motori ed estetica.

Tra la terza serie del 1986, la prima “indipendente”, e la successiva del ’93 ci sono però un bel po’ di differenze che fanno sembrare ogni serie precedente improvvisamente “vecchia” e poco attraente. Iniziando dal look.

Corta e “cattiva”

La Toyota Supra MkIV, codice A80, viene concepita tra il 1989 e il 1991 e nasce sul telaio della Soarer, da cui deriva anche la sportiva Lexus SC. Per la Supra si sviluppa però una carrozzeria più compatta, lunga oltre 30 cm in meno, che supera di pochissimo i 4,5 metri a fronte di un passo di 2,55 metri e che esalta la larghezza di oltre un metro e ottanta mentre l’altezza resta ben sotto il metro e 30.

Toyota Supra Turbo 1993

Queste proporzioni sono sottolineate da un design muscoloso, in netto contrasto con le forme dritte delle precedenti e con fari fissi e non più a scomparsa, mentre gli interni sono moderni ma tutto sommato semplici come si conviene a una sportiva emozionale.

A livello di meccanica, l’offerta riparte dai motori sei cilindri di 3,0 litri, ma le unità proposte sono di nuova generazione, sostanzialmente varianti dell’unità Toyota serie JZ utilizzata da diversi altri modelli Toyota e Lexus e dalla stessa Soarer/SC. La versione base aspirata, con circa 225 CV di potenza, è proposta come base sui mercati di Giappone e Nordamerica, in alternativa a quella sovralimentata con doppio turbocompressore sequenziale.

Toyota Supra Turbo 1993, il motore

In questo caso, la potenza varia da mercato a mercato: si va infatti dai 280 CV della versione per il Giappone ai 330 di quella per l’Europa, tutti abbinati a cambi manuali di nuova generazione Getrag a sei rapporti o automatici a quattro. La velocità supera in ogni caso i 250 km/h e l’accelerazione da 0 a 100 km/h ferma il cronometro a 4,6 secondi. I modelli Turbo hanno anche ruote più grandi con cerchi da 17″ anziché da 16″, per far spazio a freni più grandi e potenti.

Toyota Supra Turbo 1993, interni

Inoltre, molti accorgimenti sono stati adottati per contenere il peso e dare all’auto un miglior bilanciamento: cofano, tetto, traversa anteriore e alcune parti come le coppe dell’olio del motore e della trasmissione sono in alluminio, i bracci delle sospensioni sono forgiati e persino il volente è in magnesio, mentre il serbatoio è in plastica.

Toyota Supra Turbo Targa 1993, i freni

Come conseguenza, nonostante monti freni più grandi e abbia dotazioni in più, l’auto pesa quasi 100 kg meno della generazione precedente: a seconda della versione va poco più di 1.450 kg a circa 1.570 kg e ha una ripartizione dei pesi quasi perfetta con il 51% della massa che grava sull’anteriore e il 49% sul posteriore, che per i modelli con il cambio automatico arriva a 53/47.

La Supra esce di produzione definitivamente nel 2002, anche se in Europa non è più disponibile già dalla fine del 1998 in quanto non viene importata la versione aggiornata del motore turbo che nel Vecchio Continente era appunto l’unica opzione.

Toyota Supra Turbo Targa 1993 tetto aperto

Anche in questo caso, non c’è un vero e proprio rimpiazzo diretto, anche se formalmente viene sostituita dalla nuova Celica del ruolo di sportiva compatta, questa è in realtà di classe leggermente inferiore. Il nome Supra ricompare nel 2019 per una nuova generazione, siglata A90, che però nasce a seguito di un accordo con BMW sul telaio e con il motore sei cilindri dell’ultima Z4.

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