Ogni esemplare di Chiron richiede almeno 600 ore di lavoro “artigianale”. Alla minima imperfezione, l’auto deve essere riverniciata
La maggior parte dei Costruttori punta a semplificare al massimo i processi di produzione delle proprie vetture. Contenere i costi e ridurre le tempistiche (anche di consegna) sono il mantra che guida tantissimi brand, con la sola eccezione di una piccola élite che assembla alcune delle auto più esclusive del Pianeta.
Cura per i dettagli
La prima differenza tra una Bugatti e (praticamente) qualsiasi altra auto riguarda il metodo di applicazione. Se nella maggior parte delle vetture, la vernice viene applicata da robot o comunque tramite processi meccanizzati, in Bugatti ogni passaggio è eseguito a mano.
Ad aggiungere complessità al lavoro di Bugatti è il fatto che ogni esemplare è interamente personalizzabile dal cliente
La carrozzeria di una Bugatti, infatti, si compone di vari materiali, ognuno con le sue proprietà: è per questa ragione che prima di ognuno degli otto strati di vernice, un artigiano verifica (a mano e a occhio nudo) che non ci siano differenze nelle sfumature di colore e che non vi siano piccole bolle o micrograffi sui pannelli.
Alla fine dei conti, per ogni esemplare sono necessarie tra le 600 e le 700 ore.
Test estremi
In realtà, questi numeri non ci sorprendono particolarmente se si considera i test rigidissimi a cui sono stati sottoposti i modelli più esclusivi di Bugatti.
Bugatti Centodieci, i test a -20 gradi
Pensiamo alla Centodieci, che ha trascorso 12 ore a una temperatura di -20°C per verificare le imperfezioni sulla carrozzeria e a livello elettronico, per poi essere guidata per 30.000 chilometri a tutta velocità. Senza dimenticare che gli interni di ogni Centodieci richiedono 16 settimane di lavoro. In mezzo, ci sono stati dei “caldissimi” collaudi nei deserti di California e Arizona dove si toccano i 50°C.