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Renault R5 elettrica: motore, batteria, novità, quando esce

Ci siamo: il progetto Renault 5 Electric, voluto fortemente dal ceo Luca de Meo, è entrato nel vivo. Procedono infatti i collaudi di quella che si annuncia come una delle novità più succose del 2024: in termini di design, di richiamo vintage e, si spera, anche di prezzo, perché l’accessibilità economica è una delle cifre del progetto. Dai primi muletti con carrozzeria della Clio (ma già con pianale Cmf-B EV, sospensioni, motore e batteria “giusti”, un pacchetto di cui vi abbiamo parlato qualche mese fa) si è passati a prototipi ancora camuffati, ma caratterizzati dal corpo vettura definitivo. Certo, il mascheramento resta pesante, ma questo non ci ha impedito di realizzare le nostre ricostruzioni. Che parlano di una vettura solida, “quadrata” e ben piazzata sull’asfalto, le cui forme non si scosteranno più di tanto da quelle, affascinanti, messe in mostra dalla 5 Prototype al Salone di Monaco del 2021.

Tocca le corde giuste. Da allora, il progetto R5 ne ha fatta di strada e ancora ne percorrerà durante i test, grazie agli oltre 60 prototipi che saranno realizzati nel super specializzato Technocentre, che si trova nella regione di Parigi. Ma quel che importa sono i contorni sempre più delineati di un modello innovativo, che punta sull’immagine quanto, come vedremo, sul piacere di guida. E che saprà sdoganare l’elettrico in modo sbarazzino, sfruttando gli innegabili intrecci affettivi esistenti con l’apprezzata antenata degli anni 70 e 80 (spingendosi fino al 1996, se si include pure la Supercinque). La 5 Bev, inoltre, come del resto aveva già fatto in più varianti la sua progenitrice, si sdoppierà in una cugina vitaminizzata marchiata Alpine, la A290, svelata in maggio come concept.

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Tra un anno si guida. Tornando alla nostra R5 “base”, vediamo quali potrebbero essere le sue tempistiche di arrivo: l’unveiling dovrebbe cadere nella primavera dell’anno prossimo, mentre l’inizio della commercializzazione sarebbe in agenda in autunno. A oggi non è dato sapere quale sarà la composizione della gamma: sappiamo che l’esemplare guidato in aprile, su “guscio” Clio, disponeva di circa 136 cavalli, ma le bocche erano rimaste cucite solo a sentir nominare la parola accumulatore. Ebbene, fonti francesi mettono sul tavolo l’ipotesi dei due livelli di batteria: uno entry level attorno ai 42 kWh, l’altro top, sui 52.

Il prezzo si abbasserà dopo. Tra l’altro, secondo i bene informati, sarebbe proprio quest’ultimo il taglio con cui il modello esordirebbe sul mercato. Una strada già seguita da altre Case, che hanno riservato l’opzione dell’accumulatore più piccolo ed economico a un secondo tempo. Se così fosse, la Régie avrebbe scelto di puntare subito sull’autonomia e non sul prezzo aggressivo, che, nei piani, dovrebbe partire da 25 mila euro (per dire, il listino della Zoe E-Tech Electric attacca da 33.500). Sarebbe dunque la “42 kWh” – sempre che sia quella, poi, la capacità esatta – la versione d’attacco (in tutti i sensi) dal punto di vista commerciale, da “scatenare” contro la potenziale concorrenza, che però oggi, virtualmente, ancora non esiste (in attesa delle piccole del gruppo Volkswagen). Allargando per un istante l’orizzonte, la R5 avrà una sorella a batteria, la R4, una crossover basata sullo stesso pianale: con la differenza, però, che presentazione e lancio di questo secondo modello dovrebbero essere concentrati nel 2025. A quel punto, la gamma Renault a corrente, che include già da tempo la Mégane E-Tech Electric, inizierà ad avere una sua fisionomia e varietà.

Dimensioni da vera “B”. Al momento, però, tutto ruota attorno alla R5, perché il nuovo corso partirà da lì. E, come negli scacchi, la mossa più importante è l’apertura. La Bev dal gusto rétro non potrà sbagliare e uno degli assi nella manica sarà la linea, che si farà notare in virtù del tetto e del cofano puliti e un po’ spioventi, delle forme spigolose e dei gruppi ottici posteriori verticali, di prammatica su una “5”. Una compatta lunga circa 4,05 metri e alta 1,48, capace, tra l’altro, di dissimulare bene le cinque porte, grazie al noto (ma sempre valido) espediente delle maniglie posteriori annegate nei montanti. Certo, rispetto alla concept, qualche normalizzazione sarà inevitabile per ridurre i costi d’industrializzazione dell’auto, che uscirà dallo stabilimento di Douai, nel Nord della Francia. Ci riferiamo a dettagli come gli specchi retrovisori esterni, che potrebbero diventare un po’ più grandi rispetto a quelli del prototipo, mentre nel frontale le sei fessure originarie dovrebbero ridursi a tre, cui si aggiungerebbe una presa d’aria inferiore di tipo convenzionale. In fondo, si tratterebbe di modifiche di dettaglio, che, al netto di sorprese, non avranno il potere di stravolgere l’effetto “wow” della vettura.

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Pianale derivato. Su quanto si troverà sotto la carrozzeria, invece, la Régie è stata ben più loquace, nel senso che ha “spoilerato” diverse componenti tecniche, con buon grado di dettaglio. Come detto, la R5 viene realizzata sulla base dell’esordiente piattaforma Cmf-B EV dell’Alleanza. Architettura flessibile dal punto di vista delle misure, delle carreggiate e del passo, vanta uno dei suoi punti di forza nel fatto di condividere il 70% delle parti con la “Cmf-B”, utilizzata, per esempio, su Clio e Captur. Tutto ciò consente di contenere i costi di produzione, con auspicabili ricadute positive sui prezzi finali al cliente. Nonostante ciò, la Casa ha scelto di adottare un retrotreno multilink, per poter alloggiare meglio le componenti elettriche, con la gradita conseguenza di garantire una dinamica solida e precisa. Comunque sia, merce semisconosciuta nella fascia B. Il vano motore ovviamente è ridotto, non solo perché manca l’endotermico, ma per il fatto che il nuovo gruppo motopropulsore risulta molto compatto: convertitore Dc/Dc, caricabatterie e controllo della distribuzione della corrente sono infatti riuniti in un’unica “scatola”, che offre il vantaggio di rendere il tutto più leggero di una ventina di chili rispetto al powertrain della Zoe. Non è poco.

L’abbiamo “assaggiata”. Il packaging della R5 include pure un pacco batterie modificato, grazie alla riduzione del numero dei moduli dai 12 presenti sulla Zoe, ad appena quattro, tra l’altro più leggeri di quindici chili. Dotato di un solo strato di moduli, l’accumulatore della nuova “5”, in grado di concentrare più energia in un volume ridotto, s’integrerà meglio nella piattaforma, portando in dote pure vantaggi in termini di rigidità strutturale, d’insonorizzazione e di abbassamento del baricentro. E non mancano spunti neppure dal motore, che presenterà lo schema dell’unità sincrona a rotore avvolto (adottato anche sulla Mégane E-Tech Electric), al posto di quello a magneti permanenti. Una scelta meno costosa, più efficiente e rispettosa dell’ambiente, in virtù dell’assenza di terre rare. Potenze ipotizzabili: 135 e 150 cavalli. Da ultimo, vorrei ricordare qualche sensazione registrata a bordo del muletto con carrozzeria Clio e base R5, che avevo saggiato al centro tecnico di Aubevoye, in Normandia. Pur trattandosi di una t-car non definitiva, la base meccanica mi aveva trasmesso feedback molto positivi: la vettura, infatti, pur con un passo piuttosto corto (circa 2,55 metri), dava la sensazione di essere brillante, ma soprattutto precisa negli inserimenti in curva e ben bilanciata in fase di percorrenza. Agile e sicura insieme, godibile per un pubblico ampio e allo stesso tempo gradevole per chi è più smaliziato al volante. Insomma, la R5 suscita attese anche dal punto di vista dinamico

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