Renault

Renault Clio V6, piccola e terribile

La piccola francese nasce dalla tradizione della Losanga, in grado di trasformare anche la più docile delle utilitarie in un bolide

Renault Clio V6, piccola e terribile

Trasformare un’utilitaria in un bolide senza mezzi termini è un’operazione già riuscita alla Renault nel 1980, quando viene lanciata la R5 Turbo, destinata in particolare, e con buon successo, alle competizioni e “stradale” da appassionati amanti delle iperboli automobilistiche. Dopo una ventina d’anni, la casa francese torna sul tema con la Clio Sport V6, inizialmente protagonista di un trofeo monomarca a lei dedicato e poi distribuita in serie limitata dal 2000.

Le origini del progetto

Come già per il modello precedente, anche in questo caso le modifiche, rispetto all’auto di base, sono sostanziali e quanto mai evidenti a partire dall’aspetto esterno e dalla collocazione del motore, in posizione posteriore-centrale grazie all’eliminazione del sedile. All’esterno, i tratti della normale Clio sono alterati da massicci interventi, funzionali ad una personalità e ad una sostanza completamente diverse, molto al di là delle stesse varianti più spinte già presenti in gamma come le 1.6 o 2 litri a 16 valvole. L’insieme, raccolto per una lunghezza di 3,80 metri, è di una aggressività da autentica vettura da corsa: il frontale sfoggia nella sede ovale quattro fari rotondi e una calandra dalle ampie prese d’aria in un fascione-spoiler , ai lati oltre alle minigonne e ai passaruote allargati due oltremodo appariscenti prese d’aria ad orecchio per il raffreddamento del motore, nella parte posteriore fascione-spoiler e due tubi di scarico, in lega i cerchi della OZ da 17 pollici con pneumatici all’avantreno da 205/50 e al retrotreno da 235/45.

Gli interni

All’interno, i posti sono soltanto due su sedili ad alto contenimento rivestiti in pelle e Alcantara. L’allestimento riprende gli elementi essenziali delle Clio di seconda generazione, ma con alcune caratterizzazioni sportive, dalla pedaliera forata alla torretta della leva del cambio, dal volante a tre razze con corona imbottita alla strumentazione a fondo bianco e scala tachimetro a 270 km/h. Quasi inesistente lo spazio per i bagagli e viene conservata una qualità costruttiva da utilitaria nelle plastiche rigide e nella componentistica, ma tutto ciò conta poco a fronte della vocazione estrema e delle prerogative tecniche. Lo schema originario è del tutto stravolto, al pari di quanto fatto a suo tempo per la R5 Turbo ma alzando di molto l’asticella, con la collocazione posteriore-centrale ora di un V6 aspirato 3 litri di cilindrata, sviluppo dell’unità nata dalla collaborazione con PSA e adottata dai modelli di fascia superiore dei due gruppi francesi. Raffinate le caratteristiche, con due alberi a camme in testa per bancata, 24 valvole, iniezione elettronica a tre bobine, per una potenza di 225 CV e 300 Nm di coppia. Fanno da corollario, sospensioni  anteriori McPherson e posteriori a ruote interconnesse,  freni a disco ventilati con ABS,  sterzo a cremagliera servoassistito e il cambio è un manuale a 6 marce.

Le prestazioni di Renault Clio V6

Al progetto, d’altra parte, assieme a Renault Sport ha collaborato la Tom Walkinshaw Racing, dalla lunga esperienza in campo agonistico, e proprio nella factory svedese di Uddevalla della TWR vengono assemblate le prime Clio V6, produzione poi trasferita nella fabbrica Alpine di Dieppe. Su strada, l’auto manifesta un’indole brutale: ai 235 km/h di velocità massima e ai 6,4 secondi per bruciare lo 0-100 corrisponde una guida impegnativa per forti emozioni, alla portata di piloti esperti che devono domare un carattere difficile. In Italia i clienti sono pochi, disposti a spendere la notevole cifra di quasi 37 milioni di lire, inferiore comunque a quella di meno adrenaliniche Alfa Romeo GTV o Audi TT . Positivi gli aggiornamenti che vengono messi in campo dal 2002, dopo circa 1.600 esemplari costruiti  e partendo dalla nuova terza generazione della Clio. L’assetto è rivisto, i cerchi sono da 18 pollici con pneumatici barra 40, e permette il più facile controllo di un temperamento ulteriormente accentuato da 30 CV in più, per 250 km/h e meno di 6 secondi da 0 a 100. Esternamente poche le modifiche, soprattutto nel frontale con i fari inseriti in elementi triangolari, mentre le prese d’aria laterali sono verniciate in colore a contrasto con il resto della carrozzeria. Migliorate, ma sempre modeste, finiture e dotazioni. La produzione prosegue fino al 2005, aggiungendo 1.300 esemplari, e oggi, senza aver avuto vere e proprie eredi, la rara Clio Sport V6 ha un futuro assicurato nel mercato delle storiche.

FP | * RIPRODUZIONE RISERVATA

TOP STORIES

Top List in the World