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Quando Agnelli offrì azioni Fiat per portare Pelé alla Juventus

La squadra bianconera fu la più vicina a portare 'O Rei' a giocare in Europa: ma il campione brasiliano declinò l'offerta per restare al Santos

Quando Agnelli offrì azioni Fiat per portare Pelé alla Juventus

La notizia della morte di Edson Arantes do Nascimento – universalmente noto come Pelé – è balzata sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, a riprova della grandezza del campione di calcio, vera e propria leggenda e figura iconica dello sport. Per omaggiarlo il Brasile ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, il Cristo Redentore di Rio de Janeiro ha assunto i colori della bandiera carioca e la camera ardente verrà allestita all’interno dello stadio del Santos, la casa calcistica di Pelé dal 1957 al 1974. In queste ore si è più volte sottolineato come il campione brasiliano – unico a vincere tre mondiali – sia stato il metro di paragone per i migliori giocatori della storia e lo sia tuttora, dopo oltre quarant’anni dalla sua ultima partita disputata. Com’è noto, Pelé non ha mai tentato l’avventura europea, vestendo la maglia brasiliana del Santos e quella americana dei Cosmos di New York, ma pochi sanno che fu la Juventus ad avvicinarsi più di ogni altra squadra al suo ingaggio.

Gianni Agnelli era infatti un grandissimo estimatore della Perla Nera, tanto da definirlo dopo il suo ritiro “il giocatore del secolo“, poiché “era incredibile ed unico, aveva scatto, elevazione, velocità e tiro“. Tale era l’ammirazione per Pelé a spingerlo ad una mega offerta quando era all’apice della carriera, nei primi anni ’60. La trattativa venne raccontata dallo stesso campione brasiliano: “Ad una cena nel 1961 il proprietario della Fiat offrì al presidente del Santos un milione di dollari per acquistarmi“, presentando poi una proposta irrinunciabile sul tavolo di Pelé per convincerlo a giocare per la Juventus: “L’Avvocato mi offrì azioni della Fiat, quando l’azienda stava iniziando ad aprire concessionarie in Brasile. Ma stavo bene al Santos che mi pagava molto bene e la differenza non era molto grande rispetto ad andare a giocare a Madrid o in Italia. Ora i calciatori cambiano squadra per dieci dollari in più, ma ai miei tempi non era così ed eravamo meno attaccati al denaro“, confidò agli spagnoli di As. Niente da fare, e la chiusura delle frontiere per i giocatori stranieri, in seguito alla mancata qualificazione ai quarti di finale dei mondiali 1966 (durata sino al 1980), cancellò definitivamente il sogno di vedere Pelé in Serie A.

FP | Stefano Ollanu RIPRODUZIONE RISERVATA

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