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Prova Audi Q8 50 TDI - un po' SUV, un po' ammiraglia

A sentire chi soffia a pieni polmoni nelle vele dell’elettrificazione gli italiani sembrerebbero avere voltato le spalle al diesel. Con una quota di mercato scesa sotto il 20 per cento, le auto a gasolio vengono indicate da alcuni come una scelta fatta tappandosi un po’ il naso. Le cose non stanno però così. Se gli automobilisti nostrani non comprano più le macchine turbodiesel è spesso perché non le trovano più nei listini. Laddove presenti, continuano spesso a raccogliere ampi consensi, specie se abbinate a sistemi mild hybrid. Lo sa bene anche Audi, che, pur spingendo la sua gamma e-tron, crede – e molto – nella nuova Q8 TDI MHEV, che si concede un facelift e qualche aggiornamento a cinque anni dal lancio. L’ho guidata. nella versione 50 TDI S Line e adesso vi racconto come è fatta e come va.

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Audi Q8 50 TDI S Lilne

Un restyling senza rivoluzioni

Squadra che vince – si sa – non si cambia, ma si può sempre dare un’aggiustatina qua e là. Ebbene, è proprio quello che hanno fatto i designer di Ingolstald con la Audi Q8 MY 2024. I loro interventi spiccano soprattutto a livello del frontale e quando si guarda la Q8 dritta… nei fari. I nuovi gruppi ottici anteriori sfruttano la tecnologia LED Matrix HD con spot laser e il loro fascio luminoso permette di vederci chiaro fino a 600 metri di distanza, mentre le luci posteriori sono di tipo OLED.

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Ciascuno metta la propria firma

In entrambi i casi il pilota può decidere di personalizzare la firma luminosa dell’auto. La fanaleria ha molteplici elementi e si può scegliere quali tenere accesi o spenti. La calandra single frame assume ora un aspetto ancor più importante che in passato, arriva a lambire i fari e sfoggia una griglia con trama inedita. Le prese d’aria si spalancano, mentre – passando sul lato B – la parte bassa del fascione e i terminali di scarico hanno una nuova forma. Nel complesso il SUV coupé dei Quattro Anelli è più sportivo di prima, specialmente nell’allestimento S Line che si vede qui nelle foto. Non vi accontentate ancora? Si può aggiungere ancora un pizzico di grinta scegliendo altri cerchi. A catalogo ce ne sono diversi, con diametro tra i 21 e 23 pollici. Ah, quasi scordavo: tra le primizie ci sono pure i nuovi loghi e le nuove scritte identificative introdotti di recente sulle Q8 e SQ8 e-tron e tre nuove tinte.

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Attenzione ai dettagli

All’interno la Audi Q8 MY 2024 cambia in modo se possibile ancor più discreto. Le modifiche riguardano più che altro piccoli dettagli e alcune finiture. Il riferimento è in particolare a una maggior varietà di inserti decorativi e di personalizzazioni. A uso e consumo della clientela nerd, l’infotainment può essere integrato con App di terze parti, come per esempio Spotify e Amazon Music. Nell’equipaggiamento standard sono inclusi tra le altre cose i sedili anteriori riscaldabili, l’Audi smartphone interface e l’Audi phone box light.

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Un ambiente spazioso e raffinato

Anche se senza rivoluzioni o colpi di testa, l’abitacolo sa farsi apprezzare. I sedili anteriori, ampi e comodi, sono rivestiti in pelle e Dinamica nella versione S Line della prova. Una volta fatte le regolazioni del caso ci si trova piazzati in maniera corretta e si ha tutto è a portata di mano. Il tunnel centrale sarà anche grosso come il comò della nonna, ma la sua presenza non scatena attacchi di claustrofobia. Gli arredi sono disegnati bene e costruiti meglio. A lasciare a desiderare è solo il feedback di alcuni comandi aptici, mentre sono promosse a pieni voti l’abitabilità posteriore e la capacità del bagagliaio, che va da 605 a 1.755 litri.

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Un po’ di soggezione

Quelle dimensioni che rendono l’interno tanto ospitale finiscono per dare qualche grattacapo appena ci si mette in marcia. Metro alla mano, la Audi Q8 è lunga circa cinque metri ed è larga due. Inoltre la forma del muso e la ridotta visibilità posteriore non aiutano a capire subito quali siano gli ingombri. Per fortuna nell’equipaggiamento standard c’è uno stuolo di sensori che, insieme alla telecamera posteriore, consentono di orientarsi al meglio. La vera svolta si può avere tuttavia scegliendo nell’elenco degli optional lo sterzo integrale, che rende sterzante anche l’asse posteriore. A bassa velocità questo gira in senso opposto alle ruote anteriori fino a 5°, riducendo il diametro di sterzata e migliorando l’agilità. La sua presenza assicura però vantaggi concreti anche alle andature più sostenute, quando le ruote posteriori imitano i movimenti di quelle anteriori con un angolo fino a 1,5°, a beneficio della stabilità.

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Il misto? Meglio se è veloce

Così equipaggiata, la Q8 maschera alla grande le misure generose e si muove con a prima vista impensabile disegnando le rotonde e le curve strette come con un compasso. Maneggevolezza e dinamismo colpiscono anche quando le curve si susseguono a ritmo incalzante, come i paletti dello slalom speciale. Certo, con una massa di 2,2 tonnellate quest’Audio preferisce il gigante o il Super G e non si può comunque avere il comportamento coivolgente e divertente di una RS3. Tuttavia, complici magari anche eventuali cerchi maggiorati da 22 pollici (quelli standard sono da 21) e uno stile di guida pulito, la Q8 sa tracciare le traiettorie con puntiglio, senza accusare eccessive inerzie.

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Double face

Gira e rigira, la Audi Q8. si dimostra una vettura poliedrica, più sensibile di tante altre alle impostazioni del selettore delle modalità di guida. Con il drive select in comfort tutto si fa più morbido e la comodità dei passeggeri diventa una priorità, sia a livello di assetto che di trasmissione. In dynamic la musica cambia: lo sterzo diventa più incisivo, i movimenti del corpo vettura si fanno più misurati e il cambio è più svelto quando la selezione dei rapporti è manuale. In altre parole nella funzione più paciosa la Q8 si comporta come una berlina di rappresentanza, silenziosa e ben molleggiata, mentre facendo emergere il lato sportivo della personalità si ottiene un certo piacere di guida.

Un pugno di ferro in un guanto di velluto

Chi asseconda alla grande questa innocua forma di schizofrenia è il motore V6 3.0 turbodiesel abbinato a un sistema mild hybrid 48V. Questa generosa unità è senza dubbio una tra le più indovinate per questo genere di auto. La sua curva erogazione ha infatti un andamento regolare, con una notevole coppia sin dai bassi regimi, una progressione impetuosa ai medi e la disponibilità a fare gli straordinari e ad allungare ben oltre i 4.000 giri indicati dalla Casa come regime a cui viene sviluppata la potenza massima..Il tutto, tra l’altro, con consumi non troppo lontani da quelli dichiarati dalla Casa.

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