Cronaca di un viaggio di 550 km al 66° parallelo. Con vista su panorami mozzafiato. E con un'auto all'altezza della situazione
- Un Wankel quasi artico
- Imbottigliati a Reykjavík?
- Rotore e batteria al 66° parallelo
- Trittico di guida
Fuoco, acqua, aria e terra. Forse in nessun altro posto come in Islanda i quattro elementi della natura si intrecciano in una sequenza così primordiale. Ghiacciai, vulcani, geyser, venti, cascate, fiordi, aurore boreali rendono quest’isola davvero unica sul pianeta e parte integrante del nostro immaginario collettivo.
Un bebé geologico con meno di 20 milioni di anni, arroccato sulla linea di demarcazione tra le placche continentali eurasiatica e nordamericana, che su una superficie grande un terzo dell’Italia alterna in modo imprevedibile paesaggi, condizioni meteo e sussulti del terreno.
Un Wankel quasi artico
La Mazda MX-30 E-Skyactiv R-EV con cui ha girato un doppio anello di 550 chilometri a Nordovest della capitale Reykjavík è per fortuna del tutto prevedibile in quanto a comportamento dinamico, ma, così come l’Islanda, è unica nel suo genere. È infatti un ibrido in serie plug-in a trazione 100% elettrica con un piccolo motore rotativo Wankel in funzione di range extender. Risultato: azzeramento dell’ansia da autonomia e un comportamento lineare in tutte le condizioni.
Con Mazda in Islanda
I panorami mozzafiato islandesi
Imbottigliati a Reykjavík?
La Mazda Wankel, chiamiamola così per comodità, ha mostrato le sue doti di manegevolezza e fluidità di marcia anche nel traffico. Sì perché l’ora di punta della mattina sulle strade di Reykjavík (sebbene sia in un Paese che conta anche meno di 400 mila abitanti) somiglia parecchio a quella di un lungotevere romano o di una tangenziale milanese.
Pare che la ragione sia nel fatto che la città è costruita su una grande superficie, per dare respiro e inclinazione del sole alle case, e che questo impedisca di avere una flotta di mezzi pubblici utilizzata in modo efficiente.
Mazda MX-30
Mazda MX-30 E-Skyactiv R-EV
Rotore e batteria al 66° parallelo
La MX 30 mette insieme le due cose, rotore e batteria, in modo del tutto innovativo. E, dato che è plug-in, con un’autonomia di ricarica elettrica pari a circa 85 chilometri, si potrebbe perfino fare a meno dell’endotermico rotativo (serbatoio da 50 litri).
La trazione (anteriore) è assicurata da un motore a magneti permanenti in grado di erogare 170 CV e 260 Nm, supportato da un’unità Wankel da 830 cc, 55 CV, di ultima generazione che funziona come generatore di energia per il pacco batteria da 17,8 kWh montato in posizione centrale.
Le strade islandesi
Trittico di guida
Ci sono poi tre modalità di guida:
- Normal: si guida sfruttando la batteria che, una volta raggiunto il 45%, verrà ricaricata dal motore Wankel che manterrà lo stato di carica. Questo setting è quello che ho utilizzato per quattro quinti della prova.
- EV: permette di guidare sfruttando solo la carica della batteria. Il motore Wankel interviene solo in caso di kick-down, di affondo pesante, o quando la batteria è a 0%. E in Islanda l’ho sfruttato nell’ultima parte del viaggio.
- Charge: permette di selezionare la percentuale di stato di carica a step del 10%, che si desidera ottenere cosi da far lavorare il motore Wankel solo in corrispondenza dello stato di carica che vogliamo mantenere.
Le strade in Islanda vengono classificate in: S = Stofnvegur: strada principale; T = Tengivegur: strada secondaria; L = Landsvegur: strada rurale; H = Héraðsvegur: strada provinciale
Anche al 66° parallelo la MX-30 ha confermato, a mio giudizio, tutte le impressioni di Flavio Atzori nella prova estesa realizzata da Motor1.com Italia (se vi interessa un’analisi ancora più approfondita vi lascio qui il link, come anche quello relativo al Wankel nel caso in cui voleste approfondire la tecnica di questo motore a rotore centrale).
Tutto perfetto quindi? Ovviamente no. La gestione entrate-uscite posteriori con le porte che si aprono a libretto è piuttosto farraginosa (non solo per le persone, ma per riporre oggetti, indumenti e altro materiale), il navigatore non è inappuntabile e la manovrabilità dei comandi delle funzioni sul risicato display è immediatamente poco intuitiva.
Il percorso della prova, tra la capitale e località dai nomi impronunciabili
Stare tutto quel tempo al volante, con giusto poche pause per scattare foto e girare dei mini video per i social, e guidare senza quasi riferimenti (avrò incontrato neanche cinque auto che procedevano in senso inverso), in lande con solo qualche insediamento isolato e le immancabili chiesette, potrebbe risultare stancante. O pericoloso (il briefing tecnico di Mazda è stato certosino). E invece no. La MX-30 trasmette comodità e sicurezza in ogni dove, con un’indole armonica e appagante. Come dire: Jimba Ittai a quasi 9 mila cilometri da Hiroshima.