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Mazda CX-80, l'ammiraglia di Hiroshima a sette posti è imponente fuori ed elegante dentro

Le macchine di grandi dimensioni, soprattutto quelle più spaziose, in grado di offrire fino a 7 posti e vani per i bagagli molto capienti, raramente riescono a proporre uno stile piacevole, men che mai sportiveggiante. Ma qualche eccezione c’è. La più recente arriva dal Giappone, precisamente da Hiroshima, sede storica della Mazda, dove viene costruita la nuova CX-80, elegante macchinone di quasi 5 metri (è lunga 4.995 mm, larga 1.890, alta 1.710) che può ospitare fino a 7 persone su tre file di sedili e sfruttare un vano bagagli con capienza oscillante tra un massimo di 1971 e un minimo di 258 litri. Jo Stenuit, responsabile del design di Mazda Europa, l’ha definita “station wagon Suv”. In pratica è la nuova ammiraglia della Casa giapponese, e come gran parte delle auto di questa categoria sa essere anche confortevole, ben equipaggiata e rifinita con dettagli curati con maestria artigianale. Quanto alla meccanica, la motorizzazione (di cui leggete a parte) è collocata in posizione longitudinale e può essere diesel o ibrida plug-in; posteriore o integrale la trazione.

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L’aspetto è ispirato a quello della più piccola Mazda CX-60, con la quale condivide quasi integralmente il frontale, mentre si distingue per la linea di fiancata più allungata e “leggera” e per il diverso taglio della vetratura, incorniciata da un profilo argentato, colorazione che ritorna sullo spoiler e sulle “lame” della fiancata. Da notare che il terzo vetro laterale, il cui andamento non sale in obliquo verso l’alto, come nella CX-60, segue il profilo spiovente del montante posteriore. Inoltre, hanno un disegno leggermente diverso pure le luci a sviluppo orizzontale. I centimetri in più rispetto alla CX-60 vanno tutti nel passo, che è di 3,12 metri, e ciò consente di guadagnare lo spazio necessario ad incrementare l’abitabilità, che è forse il principale “valore aggiunto” della nuova Mazda. Interessante notare anche che per agevolare l’accesso alla terza fila, le porte posteriori sono più grandi e si aprono quasi a 90 gradi.

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Gli interni possono essere configurati in tre diversi modi: con il sedile posteriore a divanetto, per un totale di sette posti, oppure con sedute singole e un passaggio centrale (sei posti) o, ancora, sempre con sedili singoli in mezzo ma divisi da una consolle centrale, anche in questo caso per sei passeggeri. Rispetto alla CX-60, finora la più spaziosa della gamma Mazda, lo spazio aumenta in ogni direzione e tutto sembra predisposto per migliorare abitabilità e comfort. Tra le tante particolarità, spiccano la base fissa per il divanetto, la panchetta della seconda fila che può scorrere di 12 cm e la possibilità di reclinare il sedile da 15 a 33 gradi.

In materia di spazio, vale la pena ricordare che rispetto alla CX-60 cresce anche il volume di carico dedicato ai bagagli. Nella configurazione a sette posti sono 258 (compreso il sottopianale) i litri che “avanzano” dietro l’ultima coppia di schienali; quando i due posti aggiuntivi non sono in uso, il vano sale fino a 687 litri (valore, però, che si raggiunge con i sedili spinti verso l’abitacolo, altrimenti il dato si ferma a 566); con la seconda fila abbattuta, si arriva a un massimo di 1.971 litri (fino al padiglione).

Cinque i livelli di allestimento: Exclusive-line, Takumi, Homura, Takumi Plus e Homura Plus. Tutti offrono una dotazione che comprende climatizzatore trizona, touch screen da 12,3 pollici, Alexa come assistente vocale di bordo, radio DAB, Apple CarPlay e Android Auto wireless, il regolatore di velocità e altro. Da notare che il sistema di navigazione è del tutto nuovo, e combina i vantaggi dei servizi offline, mentre il sistema Trailer Hitch View utilizza il display centrale e una grafica avanzata per aiutare a posizionare la vettura rispetto a un rimorchio (la capacità di traino è notevole: fino a 2.500 kg).

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Non tutto però è di serie. Sono disponibili quattro diversi pacchetti optional: Comfort e Driver Assistance (per l’Exclusive-line), Convenience&Sound e tetto panoramico. L’abitacolo è ben rifinito soprattutto nella configurazione più elegante e ricercata dell’allestimento Takumi, che prevede rivestimenti di nappa bianca, finiture in legno d’acero e cuciture tipiche dell’artigianato giapponese. Non mancano inserti di un tessuto chiaro identico a quello utilizzato per i kimono. L’allestimento Homura, invece, ha un tono più sportivo e presenta interni neri – sempre foderati di pelle nappa – e finiture in colore canna di fucile.

Ovviamente a bordo della Mazda CX-80 non manca un’adeguata dotazione di sistemi avanzati di assistenza alla guida, predisposti con l’obiettivo di ottenere la valutazione massima di sicurezza, ovvero le 5 stelle Euro NCAP.

Il listino prevede prezzi oscillanti tra un minimo di 61.235 euro (per l’entry level CX-80 Phev Exclusive Line) e un massimo di 73.870 euro (per il top di gamma CX-80 Diesel Takumi Plus). L’auto è già ordinabile dal maggio scorso, ma sarà disponibile soltanto dal prossimo autunno. L’obiettivo di Mazda Italia, com’è facile immaginare, è conquistare spazio in un segmento piuttosto affollato, all’interno del quale si destreggiano, oltre ai big tedeschi di Audi, BMW e Mercedes, i connazionali di Toyota con l’Highlander, i coreani di Hyundai e Kia, con Santa Fe e Sorento; Renault con l’Espace, Skoda con Kodiaq, Seat con Tarraco, Sportequipe 8 (nuovo marchio di DR Group) e Cadillac con l’XT6.

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