l problema delle concept è che guardano al futuro con un certo ottimismo, ma cosa succede se poi l’azienda non ha un futuro? A quel punto sembra che abbia sprecato tempo, o no? E nel caso di Saab, se alcuni dei suoi modelli fossero stati un po’ più simili a questo concept del 2001, quel futuro sarebbe potuto essere più roseo.
in 3D, anzi no, facciamo 4D
La 9-X fu presentata al Salone di Francoforte nel settembre 2001. Stando al comunicato stampa, rompeva gli schemi, o meglio “the mould”, ossia – letteralmente- “gli stampi”. Il che è un male, perché come si fa a realizzare gli esemplari successivi senza gli stampi? A quanto pare, a ispirare lo studio di design era la Smart Roadster, anche se la 9-X è stata definita dai suoi creatori come una “vettura quadridimensionale che sfida le convenzioni”.
La trasformista
Uno sforzo di fantasia
A muoverla c’era un immaginario V6 turbo da 3,0 litri, realizzato in alluminio e capace di 300 CV, scaricati a terra da tutte e quattro le ruote. Il cambio era manuale a 6 marce, e la 9-X montava quelli che oggi sarebbero considerati dei piccoli cerchi da 19 pollici. Il designer tedesco Michael Mauer era il Responsabile dell’astuccio dei pastelli a cera di Saab. “La Saab 9-X dimostra che il modo tradizionale di classificare i prodotti è morto”, disse all’epoca della presentazione della concept. In seguito andò a lavorare alla Porsche, supervisionando la produzione di altre auto che sfidavano la classificazione tradizionale, tipo Cayenne e Panamera.
Una brutta fine
Di mano in mano
Nel 2010 GM ha venduto la Saab alla olandese Spyker, che faceva auto sportive. Spyker ha resistito un paio d’anni, destreggiandosi in una situazione finanziaria traballante, prima che gli asset aziendali fossero venduti a un consorzio cinese che ha fatto passare altri due anni senza combinare nulla. Sicché la Saab è sparita definitivamente nel 2014. Tempi tristi, specie pensando a ciò che sarebbe potuta diventare.