In vista della nuova Dafi, Acea pubblica un report sulla ricarica Ue: poche stazioni e potenze basse rallentano l'auto elettrica
Si decide la settimana prossima, durante la plenaria del Parlamento europeo. È lì che nascerà la nuova Dafi, la normativa Ue sulle infrastrutture per i sistemi di alimentazione alternativi delle auto, elettrico in primis. Un appuntamento chiave per il futuro dell’auto, che le Case sperano dia i suoi frutti.
Numeri bassi
“Non solo le stazioni lungo le strade di quasi tutti i Paesi Ue sono numericamente insufficienti – si legge –, ma per la maggior parte non hanno potenze adeguate”. Sono addirittura 6 gli Stati membri con meno di 1 punto di ricarica ogni 100 km. Come la Lituania, ultima nella classifica Acea, dominata invece dall’Olanda (64,3 punti di ricarica ogni 100 km, pari a 1 punto ogni 1,55 km). Settima l’Italia, che si difende bene con 9,2 punti ogni 100 km, pari a 1 punto ogni 10,86 km.
Appello a Strasburgo
Da qui, l’esortazione dell’associazione: “Chiediamo all’Europarlamento di votare la prossima settimana per un’azione decisiva sulle infrastrutture di ricarica, fissando obiettivi ambiziosi con chiari meccanismi di applicazione in ciascuno Stato membro”.
Il riferimento è alla proposta della commissione Trasporti, che ha modificato il disegno presentato a luglio 2021 dalla Commissione Ue, chiedendo almeno una stazione ogni 60 km di strada (e non solo).
“Se vogliamo convincere i cittadini di tutta Europa a passare alla mobilità elettrica nel prossimo decennio – conclude De Vries –, dobbiamo fare in modo che ricaricare le auto sia facile come lo è oggi il rifornimento”.