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Le auto di BYD potrebbero essere prodotte anche in Italia

Dialoghi in corso fra Governo e Costruttore cinese per aprire una fabbrica in Italia: lo dichiara l'a.d. europeo della Casa

le auto di byd potrebbero essere prodotte anche in italia

L’obiettivo è produrre almeno 1 milione di veicoli all’anno in Italia. E se non sarà la sola Stellantis a farlo, allora ci penserà anche qualcun altro. Forse la cinese BYD. Sembra infatti che ci siano dei dialoghi in corso fra il Costruttore di Shenzhen e il Governo per aprire uno stabilimento produttivo nella Penisola.

“Abbiamo alcuni contatti per discuterne”, dichiara Michael Shu, amministratore delegato di BYD Europe, durante un’intervista a Bloomberg, rilasciata al Salone di Ginevra.

Sentire da Motor1, fonti dell’Esecutivo non rilasciano dichiarazioni al riguardo: “No comment”, ci scrivono.

“Dipenderà dalle vendite”

Per la Casa si tratterebbe del secondo impianto nel Vecchio Continente, dopo quello a Szeged, in Ungheria, operativo entro i prossimi tre anni. Lì verranno prodotte auto elettriche al 100%, anche se non si conoscono i dettagli sui modelli. È però possibile che si tratterà di vetture più piccole e accessibili, come la Dolphin.

BYD Dolphin

Un potenziale accordo “dipenderà dalle vendite”, specifica Shu, che aggiunge: “Ora stiamo facendo ottimi progressi”. Il responsabile europeo del Costruttore ritiene comunque che sia ancora “troppo presto per dire se e quando verrà presa una decisione”.

Win-win

Dal lato del Governo, era stato il ministro Adolfo Urso, responsabile delle Imprese e del Made in Italy, a dichiarare che l’Esecutivo cerca di attrarre una seconda Casa auto in Italia: “È un progetto su cui lavoriamo da mesi e abbiamo avuto colloqui significativi con alcuni partner stranieri”.

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Se confermata, la mossa rappresenterebbe una sorta win-win, perché consentirebbe al Paese di aumentare la produzione di veicoli in un momento storico particolare, con l’elettrificazione che chiama e le vendite che faticano, mentre BYD potrebbe bypassare i dazi doganali all’import/export, soprattutto nel caso in cui l’Europa applicasse davvero delle tariffe aggiuntive sulle vetture asiatiche.

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