Attualità

Motori

Notizie

Top news

Toyota

Ultime notizie

La sfida di Toyota: «Nel 2040 saremo a zero emissioni»

Toyota C-HR

Gli obiettivi di Toyota per il prossimo ventennio sono talmente complessi, articolati e ambiziosi che non è semplice trovarne uno prioritario, soprattutto per il normale automobilista. In realtà, è una visione complessiva che la Casa giapponese ha deciso di seguire da quando la Unione Europea ha deciso che nel 2035 si cambierà registro.

«In linea di massima, ci sono due aree di interesse chiave: la prima è la neutralità dell’anidride carbonica e il modo in cui intendiamo raggiungerla; la seconda è il futuro della mobilità, nel passaggio da una società di produzione e vendita di veicoli a un fornitore di vari servizi», riassume Matt Harrison, presidente e Ceo di Toyota Europe. Il tutto, con un occhio attentissimo al sociale che ha trovato nella recente divisione — Woven Planet — il nuovo punto di riferimento. «Stiamo progettando nuove piattaforme per un cambiamento culturale, così da creare un software ideale per i futuri modelli Toyota e Lexus — spiega James Kuffner, Ceo di Woven Planet Holdings e Chief Digital Officer di Toyota —. La nostra visione abbraccia tre tipi di mobilità: delle persone, delle merci e delle informazioni». E anche qui la missione non è di quelle facili: si va dal voler rendere più importante il software nella produzione di un’auto rispetto all’hardware sino alla ritrovata voglia di sviluppare realmente i sistemi di guida autonoma passando per la città ideale Woven City, in costruzione nei pressi del Monte Fuji, in Giappone, che rappresenterà il laboratorio per testare la mobilità futura su larga scala. Mobilità dove l’aspetto ambientale è il punto di partenza e non una necessità.

Così tutti gli stabilimenti di produzione europea saranno a emissioni zero entro il 2030 — primo step per raggiungere la «carbon neutrality» nel 2040 — riducendo al minimo il consumo energetico, passando all’energia verde e implementando numerose innovazioni che riducono la CO2 o la eliminano. Gill Pratt, lo stimato Chief Scientist di Toyota Motor Corporation e Ceo di Toyota Research Institute, non ha dubbi su cosa si debba fare nella complicata transizione. «Dobbiamo fare solo quanto è meglio per l’ambiente, sostituendo il maggior numero possibile di veicoli non elettrificati con quelli elettrificati, guidati dal semplice principio che il nemico è il carbonio, non un particolare tipo di propulsore».

Lexus Electrified concept

Un approccio che Toyota definisce «multitech» dove vengono riconosciuti i vantaggi complementari sia dei veicoli a sole batterie sia di quelli alimentati a idrogeno per una mobilità a zero emissioni. Poi è evidente che per più motivi (carenza di approvvigionamento, alti costi dei materiali per le batterie e mancanza di infrastrutture) sarà meglio utilizzare una combinazione di veicoli full electric, ibridi plug-in e full hybrid nei prossimi 10-15 anni. Sarà questa la rotta a venire, declinata nei modelli in arrivo a partire dai Suv compatti, progettati non a caso in Europa. Il primo è Prologue, prototipo che anticipa il prossimo CH-R che intende proseguire una storia di successo puntando su un design appena rivisto esternamente e un powertrain ibrido: lo vedremo entro la fine del 2023.

Nuova Toyota Prius

Ma l’accelerazione vera sarà figlia di bZ Compact, il concept lungo 453 cm e dallo stile decisamente minimalista che ispirerà sei modelli elettrici entro il 2026. Perché come è vero che il gran capo Akio Toyoda, in più occasioni, non ha nascosto le sue perplessità sui modelli a batterie («Sopravvalutati e, se tutti ne guidassimo uno, il sistema collasserebbe», ha affermato), la realtà è che Toyota pensa a una trentina di novità a propulsione elettrica entro otto anni.

In ogni caso, la nuova ondata dei Suv compatti dovrebbe rendere ancora più forte il marchio in Europa, dove il 2022 dovrebbe essersi chiuso con oltre 1 milione di vendite. «Manterremo il nostro ibrido accessibile, espandendo l’offerta elettrica pura nella direzione che abbiamo già intrapreso con la bZ4X», dice Andrea Carlucci, vice-presidente Product Strategy e Marketing. In Italia, dove il marchio non è mai stato così popolare, da gennaio a dicembre ha toccato il 7% di quota, grazie a 92.152 immatricolazioni con una crescita dell’8,6% rispetto al 2021: Case specializzate in modelli low cost a parte, nessuno è cresciuto così tanto. Quindi, il futuro appare luminoso.

TOP STORIES

Top List in the World