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Ivano, Jessica e quell'O famo strano sulla BMW Cabrio a 200 all'ora

ivano, jessica e quell'o famo strano sulla bmw cabrio a 200 all'ora

Ivano, Jessica e quell’O famo strano sulla BMW Cabrio a 200 all’ora

Super coatto, cafone arricchito, irredimibile casinista, Ivano si invaghisce della sua esatta copia al femminile, Jessica, ed i due decidono che è davvero il caso di sposarsi. La loro vita insieme partirà qui, su una Bmw cabrio argentata ricevuta in dono per le nozze, verso una discutibile luna di miele. L’accoppiata tra Carlo Verdone e Claudia Gerini è certamente una tra le più riuscite di Viaggi di nozze, il film del 1995 prodotto da Vittorio Cecchi Gori e diretto dallo stesso Verdone, intento a restituirci un una tessitura di personaggi ambigui, esilaranti, reietti, maniaci.

Ma la coppia Ivano – Jessica, sigaretta sempre accesa e improbabili occhialoni da sole, si diceva, resta forse quella più atomica. Non fosse altro per quella frase cult che è rimasta ben sedimentata nella testa di qualsiasi italiano, anche a distanza di quasi trent’anni: “O famo strano”, quella trasgressiva proposta di Verdone a Gerini che, sempre intenta a ruminare una gomma, accetta di buon grado.

Ecco, una di queste imprese sessuali – anche qui, probabilmente la più nota – si svolge proprio sulla macchina che li sta conducendo verso la Toscana, lanciata a 200 all’ora in autostrada. Jessica deve mollare il sedile del passeggero e sedersi in braccio a Ivano, che continua a guidare lanciato a razzo e svernicia incurante anche un autovelox.

La vettura è una BMW Serie 3 E36 Cabrio. Terza generazione della Serie 3, venne prodotta tra il 1990 e il 2000 per andare ad intercettare un target medio – alto. Bisognava essere facoltosi, insomma, per potersela permettere. Assemblata tra Monaco e Ratisbona, venne disegnata da Claus Luthe, che ricevette l’indicazione specifica di gonfiare le dimensioni della Serie precedente, pur mantenendo l’armonia dei volumi. Il mercato, infatti, proponeva macchine sempre più grandi in quel periodo.

La prima impressione che lasciava era quella di un’auto massiccia, imponente, sicura. Un presupposto irrinunciabile considerato il motore che la spingeva, disponibile in quattro versioni, tutte a benzina. Si andava dal monoalbero M40 a 4 cilindri da 1596 cm³ al bialbero M50 a 6 cilindri da 2494 cm³ della potenza massima di 192 CV.

La versione Cabrio arriva nella primavera del 1993: era disponibile in due allestimenti, di cui uno – denominato Europa – che consentiva di risparmiare circa 1 milione delle vecchie lire sul prezzo finale. La lista delle dotazioni però, considerato il valore dell’auto, lasciava un po’ a desiderare: ABS, chiusura centralizzata, retrovisori esterni elettrici, servosterzo e vetri elettrici anteriori. Stop. Il resto erano optional. Oggi gli esemplari rimasti di questa macchina hanno un valore di circa 80mila euro.

Quello che gli hanno attribuito Verdone e Gerini con quella scena, invece, resta incommensurabile.

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