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IAA Monaco, ecco le nuove Mini Cooper e Countryman. Poi tocca alla Aceman

La prima generazione della Mini progettata fin dall’inizio per essere anche elettrica debutta alla vigilia della seconda edizione dell’IAA di Monaco di Baviera: è la terza della Countryman, la quarta da quando il marchio britannico è entrato a far parte della galassia Bmw e la quinta in assoluto, includendo anche quella storica, del 1959. Nella sua versione Contryman è una Mini in formato maxi perché guadagna 13 centimetri in lunghezza (443), un paio in larghezza (184) e nel passo (269) oltre che 6 in altezza (1,66). La Cooper (la denominazione riservata all’intera famiglia hatchback), che resta compatta (3,86 metri), nelle linee e soprattutto negli interni (peraltro condivisi con il modello più muscoloso) è un ritorno all’essenzialità del passato, che oggi significa anche spaziosità e leggerezza, sinonimo di efficienza con ricadute positive su consumi e emissioni. Entrambe le versioni saranno in vetrina al salone bavarese che apre martedì per il pubblico. All’appello mancherà ancora il modello intermedio, la Aceman, il solo esclusivamente a zero emissioni, che misura 4,08 metri di lunghezza e che, grazie alla joint venture con la Great Wall, verrà fabbricato solo in Cina. La futura Aceman (2,61 metri di passo) dovrebbe esordire nei primi mesi del 2024 a Pechino e condivide gli stessi motori della Cooper a zero emissioni: circa il prezzo non ci sono ancora indiscrezioni (nemmeno tedesche). Come le altre Mini arriverà sul mercato l’anno prossimo. In attesa dei prezzi italiani, possono valere come riferimento quelli tedeschi: da 32.900 euro la Cooper elettrica a tre porte (prodotta in Cina, mentre la declinazioni convenzionali arrivano da Oxford), da 39.900 la Countryman termica e da 43.500 quella a zero emissioni. Il costruttore britannico della galassia Bmw ha rivisitato l’intera gamma dieci anni dopo aver lanciato l’ultima generazione. La Cooper arriverà prima come elettrica a tre porte e sarà poi disponibile anche a benzina, anticipando il debutto sia della 5 porte sia della cabrio. Non a caso Mini ha anticipato solo le due potenze delle versioni E e SE, ossia 184 e 218 Cv, con batterie da 41 e 54 kWh e autonomie comprese fra i 305 e i 402 chilometri. Per i dati tecnici delle declinazioni termiche ci sarà da attendere, anche se Mini promette innovazioni importanti e sostenibili per le due varianti, C e S. La gamma della rivitalizzata Countryman (fabbricata esclusivamente a Lipsia) perde l’opzione plug-in e guadagna quella elettrica, mantenendo le motorizzazioni a benzina e gasolio. Condivide la base tecnica della Bmw X1 e viene fabbricata in Germania in versione E da 204 Cv a trazione anteriore (170 km/h di velocità massima) con 250 Nm di coppia e SE da 313 (494 Nm) a quattro ruote motrici (180) con un’accelerazione da 0 a 100 all’ora in 5,6”. Entrambe le declinazioni montano l’accumulatore da 66 kWh con percorrenze tra i 462 e i 433 chilometri. A quanto pare il listino verrà completato in futuro con una variante JWC con prestazioni maggiorate. I rivisitati interni sono caratterizzati da una plancia quasi minimalista al centro della quale spicca uno schermo formato disco da 24 centimetri di diametro che riporta indietro nel tempo e dal quale si comandano (anche a voce) le principali funzioni dell’auto. La Mini del futuro è connessa e garantisce sistemi di assistenza che avvicinano sempre più alla guida autonoma, che in ogni caso arriverà dopo la completa elettrificazione del marchio, confermata per il 2030.

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